lunedì 7 novembre 2011

LE SETTE PORTE DELL' EGO

LE SETTE PORTE DELL' EGO
L'illusione del sé prende forma attraverso sette porte

"Dovete comprendere l’illusione del sé.
Per prima cosa, l’ego non è una realtà,
è soltanto un’idea. Non venite al mondo con l’ego,
Non lo portate con voi nascendo. Non fa parte
del vostro essere. Quando un bambino nasce
non porta con sé il proprio ego.
L’ego è qualcosa che si impara."


Esistono sette porte dalle quali l’ego può entrare, sette porte attraverso le quali si apprende l’ego. È necessario che conosciate queste sette porte, perché, se le comprenderete, potrete abbandonare l’ego… e questo perché, comprendendo bene queste sette porte, si possono chiudere. In questo modo l’ego non verrà più creato. Visto nel modo giusto, compreso alla perfezione – cioè che l’ego è soltanto un’ombra – esso inizia a scomparire spontaneamente.

Alport chiama la prima porta "il sé corporale". L’uomo non nasce con un ‘senso di sé’. Il bambino nell’utero materno non ha alcun senso di sé. Egli forma una unità con la madre, è completamente unito a lei, è attaccato a lei. La madre è tutta la sua esistenza, tutto il suo cosmo. Non sa di essere separato.

La separazione avviene quando il bambino esce dall’utero, quando si spezza il ponte che lo univa alla madre e il neonato deve respirare per conto proprio. Di fatto, nascendo, non respira. Come potrebbe farlo? Non può ancora respirare, perciò non è separato. Il respiro accade. Respirare non è un’azione del neonato, è un accadimento. Sgorga dal nulla: il neonato comincia a respirare.

È miracoloso come il neonato riesca a respirare per la prima volta: non ha mai respirato prima e non si può insegnargli a respirare. Non sa che esiste il meccanismo della respirazione. I suoi polmoni non hanno mai funzionato, ma il respiro accade e il miracolo inizia. Ma il respiro sgorga dal nulla, ricordalo. In seguito, definirà l’atto dicendo: “Io respiro.” È assurdo: tu non respiri! Il respiro accade.

Non creare l’idea dell’io, non dire: “Io respiro.” Nessuno respira! Non è nelle tue facoltà decidere di respirare o di non respirare! Puoi provare: cessa di inspirare per qualche secondo, capirai come sia difficile anche smettere di respirare. In pochi secondi una profonda urgenza affiorerà da un luogo imprecisato, e ricomincerai a inspirare.

Oppure prova a cessare di espirare per pochi secondi e improvvisamente sentirai l’urgenza di farlo. È al di là delle tue facoltà. Dovrai espirare.
È il nulla che respira in te… oppure puoi chiamarlo dio – non fa differenza, è la stessa cosa. Il nulla o dio, hanno lo stesso significato.
Noi non nasciamo con il ‘senso di sé’.

Non fa parte del nostro bagaglio genetico. Il neonato non è in grado di fare distinzioni fra sé e il mondo che lo circonda. Anche dopo aver iniziato a respirare, devono passare molti mesi prima che il neonato diventi consapevole che esiste una distinzione fra il suo essere interiore e il mondo esterno. Gradualmente, mediante apprendimenti sempre più complessi ed esperienze percettive, egli sviluppa una distinzione vaga fra qualcosa ‘dentro di me’ e le altre cose ‘fuori da me’.

Questa è la prima porta dalla quale entra l’ego: la distinzione che esiste qualcosa ‘dentro di me’. Per esempio: il bambino ha fame, sente che la fame viene dal suo interno. Viceversa, quando la madre dà uno schiaffo al bambino, egli è in grado di sentire che lo schiaffo arriva dall’esterno. A questo punto è inevitabile che col tempo senta una distinzione: esistono cose che vengono dal suo interno e cose che vengono dall’esterno.

Quando la madre gli sorride, egli vede che il sorriso viene da lei, allora risponde con un sorriso. In questo caso può sentire che il sorriso viene dal suo interno, da qualche parte dentro di lui. In lui sorge l’idea di interno e di esterno: questa è la prima esperienza dell’ego.

Di fatto non c’è distinzione fra l’interno e l’esterno. L’interno fa parte dell’esterno e l’esterno fa parte dell’interno. Il cielo che sta dentro la tua casa e il cielo che sta fuori non sono due cieli, ricordalo. Sono un cielo! Similmente, tu lì e io qui, non siamo due! Siamo due aspetti della stessa energia, due facce della stessa moneta. Ma il bambino inizia ad apprendere le vie dell’ego.

La seconda porta è ‘l’identificazione di sé’. Il bambino impara il proprio nome, si rende conto che l’immagine riflessa nello specchio oggi è la stessa persona che aveva visto nello specchio ieri e sorge in lui la credenza che il senso di me, o del sé, rimanga inalterato di fronte alle esperienze che cambiano. In seguito, il bambino impara che tutte le cose cambiano.

A volte ha fame e a volte non ha fame, a volte ha sonno e a volte è sveglio, a volte è in collera e a volte è amorevole – le cose cambiano continuamente. Un giorno è una bella giornata e un altro giorno tutto è buio e triste. Ma il bambino si guarda nello specchio…
Hai mai osservato un bambino seduto di fronte a uno specchio? Cerca di afferrare il bambino che sta nello specchio, perché pensa che il bambino sia ‘là fuori’.

Non riesce a prenderlo, allora gira intorno allo specchio e guarda dietro – forse il bambino è nascosto là? A poco a poco, impara che l’immagine riflessa è la sua. Allora inizia a sentire una specie di continuità: ieri nello specchio c’era la stessa faccia, anche oggi nello specchio c’è la stessa faccia. Quando il bambino si guarda nello specchio per la prima volta rimane affascinato. Non vuole andarsene. Torna continuamente in camera da letto per vedere chi è lui.

Tutte le cose cambiano continuamente. Una cosa sembra immutabile – la propria immagine. L’ego ha un’altra porta dalla quale entrare: l’autoimmagine.

La terza porta è ‘la stima di sé’. Questa riguarda il sentimento di fierezza che il bambino prova dopo aver imparato a fare qualcosa da solo: a fare, a esplorare, a costruire. Quando il bambino impara qualcosa… per esempio ha imparato la parola ‘papà’, continua a ripetere ‘papà, papà’ per tutto il giorno. Non perde una sola occasione per usare quella parola.

Quando inizia a imparare a camminare, ci prova per tutto il giorno. Cade continuamente, inciampa, si fa male, ma si alza – perché questo lo rende fiero di sé: “Anch’io sono capace di fare qualcosa! Riesco a camminare! Riesco a camminare! Riesco a portare una cosa da qui a là!”
I genitori sono molto preoccupati perché il bambino è un continuo disturbo.

Si mette a trasportare cose. Non riescono a capire: “Perché? Per quale motivo? Perché hai preso il libro là e l’hai portato qui?” Al bambino il libro non interessa affatto! Per lui è una cosa senza senso. Il suo interesse è un altro: riesce a trasportare una cosa!
Il bambino comincia a uccidere gli animali. Una mosca: lui piomba immediatamente su di lei e la uccide. Riesce a fare delle cose! Il fare gli dà gioia. Può diventare davvero distruttivo. Se trova un orologio, lo apre – vuole vedere cosa c’è dentro. Diventa un esploratore, un investigatore.

Fare delle cose gli dà gioia perché questo apre la terza porta al suo ego: si sente fiero, è capace di fare. È capace di cantare una canzone, per cui è pronto a cantarla a chiunque. Se arriva un ospite, sta lì in attesa che qualcuno gli dia l’occasione di poter cantare la sua canzone. Oppure è capace di danzare o di fare un’imitazione o qualcos’altro! Qualunque cosa sia, vuole fare qualcosa per dimostrare di non essere impotente: anch’egli può fare.

Questo fare è la nascita dell’ego.
La quarta porta è ‘l’espansione di sé’, la proprietà, il possesso. Il bambino dice: la mia casa, mio padre, mia madre, la mia scuola. Comincia a espandere il campo del ‘mio’. ‘Mio’ diventa la sua parola chiave. Se prendi il suo giocattolo, non gli interessa tanto il giocattolo, gli interessa di più affermare: “Il giocattolo è mio, tu non puoi prenderlo.”

Ricordatevi, non gli interessa tanto il giocattolo. Quando nessun altro vuole prenderlo, lo getta in un angolo e corre fuori a giocare. Ma se qualcun altro vuole prenderlo, non vuole darglielo. “Questo è mio!”
‘Mio’ dà un ‘senso di me’, il ‘senso di me’ crea l’io. Ricordatevi, queste porte non sono aperte soltanto per i bambini, rimangono tali per tutta la vostra vita. Quando dite la mia casa, diventate infantili. Quando dite mia moglie, diventate infantili. Quando dite la mia religione, diventate infantili.

Quando un indù litiga con un maomettano a causa della religione, sono come due bambini. Non sanno quello che fanno. Non sono realmente cresciuti, maturati. I bambini discutono continuamente: “Il mio papà è il papà migliore al mondo!” Così fanno i preti, litigano continuamente: “Il mio concetto di dio è il migliore, il più potente, quello vero! Gli altri sono tutti superficiali.”
Questi sono atteggiamenti molto infantili, ma che vi stanno addosso per tutta la vita.

La quinta porta è ‘l’immagine di sé’. Si riferisce al modo in cui il bambino vede se stesso. Mediante l’interagire con i genitori, le lodi e i castighi, egli impara ad avere una certa immagine di sé – buona o cattiva.
Il bambino sta sempre attento alle reazioni dei genitori nei suoi confronti. Se fa una certa cosa, lo loderanno o lo castigheranno? Se sente che lo castigheranno, pensa: “Ho fatto uno sbaglio, sono cattivo.” Se fa una cosa buona e viene premiato, pensa: “Sono buono, mi apprezzano.” E comincia a fare sempre di più le ‘cose buone’, in modo da essere apprezzato. Oppure, se i genitori sono persone davvero esigenti e impossibili e le loro richieste sono tali per cui il bambino non riesce a soddisfarle, allora inizia a fare tutte le cose che essi definiscono ‘cattive’. Reagisce e si ribella.

Le strade sono due – la porta è la stessa – o voi lo premiate e il bambino sente in modo positivo di essere qualcuno, oppure se non lo premiate tanto facilmente, pensa: “Bene, adesso vi faccio vedere io!” Anche in questo caso fa sentire la sua presenza. Comincia a distruggere delle cose, comincia a fumare, comincia a fare tutte quelle cose che non vi piacciono. È come se dicesse: “Vedete? Dovete prendere nota che io ci sono. Dovete prendere nota che io sono qualcuno e che sono qui e che non potete proprio trascurarmi!”

Il bravo ragazzo e il ragazzo scapestrato nascono in questo modo; il santo e il peccatore.
La sesta porta è ‘il sé in quanto raziocinio’. Il bambino impara le vie del raziocinio, della logica, della discussione. Si rende conto di essere capace di risolvere i problemi. Il raziocinio diventa un grande supporto del suo sé. Ecco perché la gente discute. Ecco perché la persona colta pensa di essere qualcuno. Ignoranti? Ci si sente un po’ imbarazzati. Ha una laurea e continua a mostrarla, a esibirla, ha preso centodieci e lode, era fra i primi all’università e questo e quello.

Perché? Perché vuole dimostrare di essere diventato un essere razionale, con una buona cultura, che ha studiato nella migliore università, che ha avuto i migliori docenti: “Posso intervenire in una discussione meglio di chiunque altro.” Il raziocinio diventa un grande sostegno.

La settima porta è lo sforzo appropriato, la meta da raggiungere, l’ambizione, ciò che vuoi diventare: cosa e chi vuoi diventare, mediante cosa e mediante chi vuoi diventarlo. Riguarda il futuro e i sogni e le mete a lunga scadenza – l’ultimo stadio dell’ego. A questo punto si inizia a pensare: “Cosa devo fare nel mondo per lasciare un segno nella storia, per lasciare una firma sulle sabbie del tempo?” Diventare un poeta? Diventare un politico? Diventare un mahatma? Fare questo o fare quello?

La vita scorre veloce, scivola via in fretta e devi fare qualcosa, altrimenti presto diventerai nulla e nessuno saprà mai che sei esistito. Vorresti diventare un Alessandro Magno o un Napoleone. Se fosse possibile, vorresti diventare un uomo probo, famoso, conosciuto, un santo, un mahatma. Se non fosse possibile, vorresti comunque diventare qualcuno.

In tribunale, molti assassini hanno confessato di avere ucciso qualcuno non perché volessero ammazzarlo, ma soltanto perchè volevano che i loro nomi fossero pubblicati sulle prime pagine dei giornali.
Se non riesci a diventare famoso, cerchi almeno di diventare una notorietà. Se non riesci a diventare un Mahatma Gandhi, vuoi diventare un Adolf Hitler – ma nessuno vuole rimanere ‘un nessuno’.

Queste sono le sette porte attraverso le quali l’ego si rafforza e l’illusione dell’ego diventa sempre più solida. Se riesci a comprendere tutto ciò, queste sono le sette porte attraverso le quali devi tornare a far uscire l’ego. Piano piano, da ciascuna porta, devi osservare in profondità il tuo ego e dirgli addio. A quel punto sorgerà in te il nulla.

OSHO: ‘Il Sutra del Cuore’

venerdì 28 ottobre 2011

Maestri

"Potete vivere solo nel presente, per ciò che è reale adesso. [...]
Potete dire che ogni cosa è la stessa, ma è sempre diversa.
È la stessa ma è sempre diversa. [...]
Voi vivete nella vostra creazione. Io non ho mai creato il vostro mondo, l'avete creato voi.
Voi lo create quando pagate le tasse, voi lo create quando andate a lavorare [...].
Non vi interessa la verità. [...]
Ciò in cui credo io è solo il presente; io non credo in nessuna cosa che riguarda il passato. Vi parlo dal presente.
Perché non c'è nulla di cui preoccuparsi, nulla a cui pensare, nulla da cui essere turbati. La mia casa non è separata, la mia casa è tutt'uno con me, me stesso. [...]
Ragazzo, per essere un uomo devi tirarti sù ed essere il padre di te stesso. [...]
Ogni vostro schema e ogni vostro pensiero sta morendo. Ciò che pensavate fosse vero sta morendo. [...]
Non sono mai vissuto nel tempo. [...] Quando la mente non è nel tempo, tutto il pensiero è diverso.
Consideri il tempo come creato dall'uomo. Vedi che il tempo è ciò che pensi che sia. Se mi volete considerare colpevole allora lo potete fare ed è okay per me, non ce l'ho con nessuno di voi per questo. Se mi volete considerare non colpevole è okay per me.
Io so quel che so e nessuno può togliermi questo.
Potete saltare sù e urlare: «Colpevole!», e potete dire che non sono un buon ragazzo, che sono un demonio, un diavolo vile e viscido. È la vostra riflessione e avete ragione, perché è quello che sono. Sono tutto quello che volete che sia. [...]
Mi dimentico che giorno è, che mese è o che anno è. Non me ne preoccupo perché tutto ciò che è reale per me è qui, adesso. [...]
La mia pace è nel deserto o nella cella della prigione. Se non avessi visto la luce del sole nel deserto sarei stato molto meglio nella mia cella che nella vostra società, nella vostra realtà, nella vostra confusione, nel vostro mondo e nei vostri giochi di parole. [...]
Ogni cosa è semplice per me, è quel che è perché è quel che è. Non c'è altro.
Cosa? Questo è quanto. Perché?
Perché?
I perché vengono da vostra madre. Vostra madre vi insegna i perché, perché, perché. Voi continuate a chiedere a vostra madre perché e lei comincia a dirvi: «Perché, perché», e vi riempie il vostro piccolo cervello di perché. E voi non conoscete nulla di diverso da questo. Se aveste due madri, una che vi dice una cosa e l'altra che ve ne dice un'altra, allora la vostra mente potrebbe rimanere dov'era la mia. Se aveste una dozzina di genitori che vi girano intorno, allora non potreste né credere né non credere a ciò che vi è stato detto. [...]
Io stavo seduto in una cella quando il tipo apriva la porta e diceva: «Vuoi uscire?».
Io lo guardavo e dicevo: «E tu vuoi uscire? Tu sei in prigione, tutti voi siete in prigione"

Charles Manson (I vostri bambini, pagg. 31-53)

Tratto da La Meditazione come Via - Newsletter

Scrive Ganfranco Bertagni
"Ci piace a volte trovare elementi di verità e di intelligenza penetrante anche in testi inusuali, anche in autori poco riconosciuti come fonti di cui occuparsi. O addirittura, come in questo caso, in personaggi che sono passati alla storia come agli antipodi di ciò che solitamente si associa a spiritualità, saggezza, ecc. È un importante esercizio di discernimento e di indipendenza nel giudizio il riuscire a valutare l'interesse o meno di un brano, al di là del suo autore e di quello che egli ha fatto della sua vita. Grandi filosofi che sono entrati nella storia e che hanno scritto pagine indimenticabili erano, nella loro vita privata, ben poco vicini agli ideali di cui scrivevano nei loro testi. Basti pensare a Schopenhauer. Eppure le loro opere spesso ci innalzano. È solo un esempio. Certamente Manson non passerà alla storia come grande filosofo, è oramai per i posteri quello che sappiamo. Ma riusciamo a leggere le sue parole al di là del giudizio sulla sua persona che ci proviene dalla cronaca, dal nostro giudicarlo? Siamo sempre pronti a teorizzare una mente non giudicante, una mente non dualista, eppure non è sempre facile mettere in pratica un atteggiamento libero dalle nostre reazioni".

mercoledì 26 ottobre 2011

Un sasso che rotola da una collina,
non conosce mai la sua traiettoria.


venerdì 21 ottobre 2011

Cerchi sicurezze e certezze proprio per evitare di essere vigile e consapevole.
Vivi momento per momento con tutte le insicurezze che questo comporta.

Gli alberi stanno vivendo, gli uccelli stanno vivendo, gli animali stanno vivendo e non sanno nulla delle assicurazioni, non sanno nulla della sicurezza. Non sono preoccupati – per questo possono cantare ogni mattina.

Tu non riesci a cantare ogni mattina, forse non hai mai cantato in nessuna mattina della tua vita. Le tue notti sono popolate di incubi pieni delle insicurezze, dei pericoli e dei rischi che si nascondono intorno a te. La mattina il tuo risveglio non è gioioso: ti svegli per fronteggiare ancora una volta le insicurezze della giornata, i problemi, le ansie.

Ma ascolta gli uccelli. Non credo che abbiano perso qualche cosa. Guarda come sono belli e agili i cervi, guarda gli alberi – che qualcuno può tagliare in ogni momento. Ma non se ne preoccupano, sono interessati a questo momento, non al prossimo: questo momento pieno di gioia e di pace. Tutto è verde e pieno di vita.

Posso capire che per te gli anni passano. E con l’aumentare degli anni... egli sta dicendo in altre parole che la morte è più vicina. Ma non c’è modo di evitarla. E se non puoi evitarla – nessuno è mai stato capace di evitare la morte – allora è meglio non farla diventare una preoccupazione.

Ciò che deve accadere accadrà, perché distruggere il momento presente per qualche cosa che non è ancora successo? Prima lascia che accada, a quel punto potrai preoccupartene.




giovedì 6 ottobre 2011

Steve... Wonder

"Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita e l’unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre più bello con il passare degli anni. Perciò continuate a cercare finché non lo avrete trovato. Non vi accontentate."
Non ringrazierò Jobs per tutte le sue invenzioni che mi hanno entusiasmato la vita.Forse il regalo più grande che mi ha fatto è questa frase.In questo momento della mia vita.Dopo che Ansula ieri sera, vedendomi arrivare in giacca e cravatta, mi ha detto "io non ho mai avuto un lavoro normale in vita mia".
I segnali arrivano sempre, prendono senso quando è arrivato il momento di ascoltarli.

giovedì 29 settembre 2011

Dhammapada

348
Abbandona passato, presente e futuro.
Attraversa il fiume dell'esistenza
e raggiungi l'altra sponda.
La mente completamente libera,
non ricadrai più
nel ciclo della vita e della morte.


Mentre meditavo ieri sera le mie braccia si sono allargate ed è iniziato a fluire dentro di esse il "fiume dell'esistenza". Queste sono le parole che ho sentito.
Cercando fiume dell'esistenza, ho trovato questo verso del Dhammapada.
E Osho, Sai Baba e altri buddhisti.


Ma queste sono solo conferme.

Quando dall'animo prorompe fuori il fiume dell'esistenza ed esso si riversa nel mondo è come dare la vita al mondo e perdere la vita dentro se stessi.
E' come liberarsi di qualcosa che era rimasto imprigionato dentro.
Adesso fluisce. 
Ed in ogni momento in cui scendo nel fiume lo sento fluire e un brivido corre lungo la mia schiena.





giovedì 4 agosto 2011

emergen.. ce

thinking is meaningless
feeling is sensless
I grab them because I am used to
but they come and go
in my empty bowl

venerdì 29 luglio 2011

così si parla

Semplice e complicato .. visibile ed invisibile .. rumoroso e tranquillo è l'abito.



Questa è una frase.
La leggi normalmente e alla fine esplode.
Così è parlare in modo pieno.
E' l'abito delle parole che conta.
Possiamo riempirci di parole senza significato, o usarne poche che aprono universi interi.
E' l'abito.
Io chi sono?

mercoledì 27 luglio 2011

sguardi

Ci sono sguardi che sono carichi di significato.
Non siamo abituati a guardarci negli occhi perché è spesso come scrutare nell'anima di un'altra persona.
O farci scrutare.
Talvolta lo sguardo entra diretto dentro di noi o il nostro entra nell'animo degli altri.
E' una porta, dura un secondo ed è più forte di una dichiarazione, di una confessione, di una comunione.

Devo osservare di più gli sguardi. Sono uno dei più grandi misteri dell'uomo.

Dalla svolta ho anche smesso di mettere gli occhiali da sole. Una volta non potevo vivere senza.
Adesso mi infastidiscono. E inizio solo ora a capire il perché.

sabato 23 luglio 2011

harmony

ed un giorno vedi tutti i romanzi ed i libri come favolette, come romanzetti rosa per passare il tempo, per ingannare la mente, per fingere di essere altro altrove. Ed i saggi come elucubrazioni di pazzi, pronti ad affermare o smentire qualsiasi cosa.
E la cosa più interessante diventa essere nell'esistenza, fluire tra le persone, nelle cose, nella realtà.
Che diventa ogni giorno più semplice, più limpida, fa sempre meno paura e le spalle sono sempre più spesso rilassate, lasciando affiorare il sorriso dell'esistenza.

martedì 19 luglio 2011

emersioni

Quando desideri una cosa
non lasci accadere le altre.

LucaTzu ;)

sabato 16 luglio 2011

Arrendersi

Non cercate la pace,
Non cercate nessun altro stato
che quello nel quale siete ora;
altrimenti metterete in piedi un conflitto interiore e una resistenza inconscia.
Perdonate voi stessi per non essere in pace.
Il momento in cui accettate completamente il vostro non essere in pace,
la vostra non pace viene trasmutata in pace.
Qualunque cosa accettiate completamente vi porterà lì,
vi porterà nella pace.
Questo è il miracolo dell'arrendersi.
Quando accettate ciò che è,
ogni momento è il miglior momento.

Eckhart Tolle

venerdì 15 luglio 2011

fiumi che scorrono

siamo tutti fiumi che scorrono
e tutti arriveremo al mare
ognuno con il suo percorso, con il suo tempo
ogni insegnamento forzato è inutile
se non sono ancora giunto a quella svolta non ti sentirò
il maestro deve innanzitutto capire quando dire, piuttosto che cosa dire
ma il maestro serve solo quando l'allievo è pronto
prima è solo un parlare al vento
prima è solo un insieme inarticolato di suoni
solo nel momento la comunicazione è possibile

la compassione segue sempre la concentrazione

mercoledì 13 luglio 2011

Channelling

finora pensavo al channelling come ad una stupidaggine per boccaloni.
Ma non posso più ignorare il fatto che mentre medito echeggiano dentro di me frasi in inglese.
Non hanno un'origine specifica, emergono. Qualche settimana fa è emersa la frase "the Buddha greater than the Universe". Funny.
Ma stasera c'è stato un vero dialogo. Non solo parole emergenti.
Mi ha detto "you're a master, you know?" ho risposto "yes I know" pieno di tranquillità e di emozione. Sono entrato in contatto con un livello di me che ha una sicurezza ed una tranquillità estrema. Questo livello ha poi aggiunto "but I will not teach anyone in this life, I want to enjoy it". La voce esterna ha poi concluso "You're the Buddha" e una gioia ha riempito il mio spazio.

Chi non ha provato queste cose è impossibile che capisca. Anche io fino a stasera le pensavo delle emerite stupidaggini. Ma quando si vivono certe cose è come mettere la mano nell'acqua calda. Non ci si sbaglia. E' calda ed è la realtà.

Io stesso stento ancora a comprendere cosa mi sia accaduto e cosa stia accadendo.
Ma non mi preoccupo. Ogni fiume prima o poi arriva al mare. Sempre. ;)

diventare

Se non diventi ciò che puoi diventare, non sarai appagato. 
Devi diventare ciò che puoi diventare; è un imperativo. 
Altrimenti sarai frustrato, penserai di essere inutile, crederai che la vita non abbia significato. 
Puoi continuare a tirare avanti, ma in questo non può esserci gioia. 
E forse avrai successo in molte altre cose, ma sarai un fallimento con te stesso.

(Osho)


E io che posso diventare?

martedì 12 luglio 2011

La persona intelligente non si attacca al passato morto, non trasporta cadaveri.

Per quanto belli siano stati, per quanto preziosi, non si porta dietro i cadaveri. 
Ha finito col passato; è andato e andato per sempre.

(Osho)


ma io purtroppo non sono intelligente!! ;)

l'amore

Non si tratta però di un bisogno – è un lusso. Ne hai così tanto che desideri qualcuno con cui condividerlo. Proprio come le nuvole quando sono cariche di pioggia: vorrebbero riversarsi ovunque, su chiunque. E a loro non interessa se piovono su un sentiero di montagna, o su un terreno roccioso, o su un terreno fertile assetato – non se ne curano.

Piovono sulle rocce, sul terreno fertile, su tutti – buoni e cattivi, assetati e non assetati, richieste o non richieste. Perché ora non si tratta di un bisogno, ora la questione è che sei troppo pieno e devi condividere.



(Osho)

E' sempre stato difficile per me amare una sola persona alla volta. Mi sono sempre sentito male e "sbagliato" per il fatto che io amo molte persone assieme, che non distinguo dall'amore per i miei, da quello per le persone con cui sono stato, da quello per le piante del mio balcone.
Quando si prova amore è un riversare, ed è vero che non importa chi c'è di fronte.
Solo ora capisco che quello che io provavo forse non era altro che il nucleo di questo amore indiscriminante.
Che quello che mi hanno sempre detto essere "dongiovannismo" in realtà non era altro che un amore che non potevo incanalare in un'unica anima o direzione.

Ci sono due passaggi ora: comprendere di poter essere oggetto di un amore così indiscriminato e non sentirmi sminuito del fatto che una persona possa amare me quanto il suo vaso di lavanda. E due, trovare una persona che ami in quel modo e sappia essere amata quanto il gelsomino che sta per fiorire sul mio balcone.

Life is a Zen mistery ;)

lunedì 11 luglio 2011

se

se stai sempre ad aspettare che ci siano altri a fare qualcosa per te (anche se li hai pagati per farlo) vivrai nell'attesa, in sospensione e ti arrabbierai quando, per un motivo o per l'altro non lo faranno.
se ogni cosa che un altro fa per te lo vivi come un regalo, come qualcosa di inatteso, allora il mondo si rilassa e diventa tutta una gioia ed un ringraziamento comprendendo le tantissime cose che riceviamo ogni giorno.

il mondo cambia se cambia il modo, in cui lo guardiamo...
per quello che la via non esiste ed è già tutto qui
ed è per quello che è anche così complesso e semplice al contempo.

basta far scendere la gioia dentro di noi, che la gioia scenderà dentro di noi. ;)

incontrare un Bodhisattva

Incontrare un Bodhisattva è un'esperienza strana.

Mi ha detto: "tu sembri avere degli occhiali con cui guardi tutto e a tutto metti il tuo giudizio come un bollino" mentre con la mano faceva il segno di timbrare le cose sulla tavola.

Quando hai bisogno di un maestro, ecco che arriva ;)

sabato 9 luglio 2011

Un ladro...

Il ladro si è dimenticato
la luna
alla mia finestra.

Ryokan...

ho scoperto il mio talento. Il mio talento è fare felici le persone che mi sono vicine.
E' la cosa che mi dà più soddisfazione.
Quando so che una cosa rende felice una persona io cerco di farla.
Per un periodo di tempo ho pensato che fosse una cosa sbagliata, eccessiva.
Ma ora la vedo come una cosa mia, che è molto bella.

Il sorriso dell'altro è una tale fonte di gioia per me che questo piacere mi spinge a creare o organizzare cose molto belle. Perché quando fai qualcosa con il cuore viene bene.
Per quello amo stare con persone esigenti ed un po' "egoiste" perché mi danno modo di spingere me stesso ai massimi livelli.
Semplice, lineare, reale.

Grazie Max e grazie a tutte le persone che mi hanno spinto a renderle felici :)

Ryokan

A nightingale's song
Brings me out of a dream:
The morning glows.

Ryokan

Un dialogo per chi lo sa ascoltare.
Il canto di un animale, mi risveglia.
Un gioco di parole: ora il mattino splende.
Ho capito che per comprendere il mondo e risvegliarmi è sufficiente ascoltare il canto di un usignolo.
Per la prima volta.

Ryokan è lezioso. Forse non aveva capito niente del risveglio.
La mia domanda è Ryokan splende di luce propria o accende la lampada d'altri?

venerdì 8 luglio 2011

Ego

Lasciare andare l'ego è molto doloroso perché ci hanno insegnato a coltivarlo. Pensiamo che l'ego sia il nostro unico tesoro. L'abbiamo protetto, decorato, l'abbiamo lucidato in continuazione e, quando l'amore bussa alla porta, tutto ciò che ci occorre per innamorarci è mettere da parte l'ego: è doloroso, certo. È il lavoro di tutta la tua vita, è tutto ciò che hai creato, questo ego orrendo, questa idea che sei separato dall'esistenza.
È un'idea brutta perché non è vera. È un'idea illusoria, ma la società esiste, è anzi basata proprio su questa idea che ogni persona è una persona, non una presenza.
La verità è che al mondo non esistono persone ma solo presenze. Non ci sei, non esisti come ego, separato dal tutto. Sei parte del tutto. Il tutto ti penetra, il tutto respira in te, pulsa in te, il tutto è la tua stessa vita.

L'amore ti dà la prima esperienza di armonia con qualcosa che non è il tuo ego. L'amore ti insegna per la prima volta che puoi entrare in armonia con qualcuno che non è mai stato parte del tuo ego. Se puoi essere in sintonia con una donna, con un amico, con un uomo, se puoi essere in sintonia con il tuo bambino o con tua madre, perché non puoi esserlo con tutti gli esseri umani? E se essere in armonia con una sola persona ti dà tanta gioia, quale sarà il risultato se sarai in armonia con tutti gli esseri umani? Ma se puoi entrare in sintonia con tutti gli esseri umani, perché non anche con gli animali e le piante? Un passo porta al successivo.



(Osho)

giovedì 7 luglio 2011

quando ti senti triste, non mancare questa opportunità

La tristezza può diventare un’esperienza di grande arricchimento. Devi lavorare su di essa. È facile sfuggire alla tristezza – e tutte le relazioni di solito sono dei modi per scappare. Così continui a evitarla, ma una corrente sotterranea è sempre lì presente. Può scoppiare tante volte, persino all’interno della relazione. Allora uno tende ad attribuire la responsabilità all’altro, ma questo non è il punto vero. La solitudine è tua, la tristezza è tua. Non sei ancora riuscito a trovare un modo di vivere con loro, quindi continueranno a riemergere.

Puoi sfuggire buttandoti nel lavoro. Puoi sfuggire impegnandoti in qualche occupazione o relazione o nella società, in questo e in quello, nei viaggi, ma non se ne andrà, perché è parte del tuo essere.

Ogni uomo nasce da solo – nel mondo, ma da solo. Arriva attraverso i genitori, ma da solo. E ogni uomo muore da solo, di nuovo quando esce da questo mondo lo fa da solo. E tra queste due solitudini, continuiamo a illuderci, a ingannare noi stessi. Bisogna farsi coraggio ed entrare in questa solitudine. Per quanto all’inizio possa apparire duro, difficile, i risultati sono straordinari. Quando hai trovato un modo di conviverci, quando inizi a goderne, quando non la percepisci come tristezza ma come silenzio, quando comprendi che non c’è modo di sfuggirla, ti rilassi.

Non ci si può fare nulla, e allora perché non godersela? Perché non andarci in profondità e provarne il gusto, vedere che cos’è? Perché temerla senza alcuna necessità? Esisterà comunque, è un fatto, esistenziale, non accidentale. Allora perché non trovare un accordo? Perché non esplorarla e scoprire che cos’è?

Quando ti senti triste, siedi in silenzio e permetti che la tristezza emerga; non cercare di evitarla. Diventa più triste che puoi. Non evitarla – questa è l’unica cosa da ricordare. Piangi, singhiozza…provane tutto il gusto. Piangi fino a morirne… buttati giù e rotolati per terra; lascia che se ne vada da sola. Non costringerla ad andarsene; se ne andrà, perché nessuno può rimanere permanentemente nello stesso stato d’animo.

Quando se ne andrà, ti sentirai alleggerito, del tutto liberato, come se la forza di gravità fosse scomparsa e potessi volare, privo di peso. Questo è il momento di andare dentro di te. Ma prima fai emergere la tristezza. La tendenza comune è quella di non permetterlo, di trovare tutti i mezzi per poter guardare da un’altra parte; di andare al ristorante, in piscina, di incontrare gli amici, leggere un libro o guardare un film, suonare la chitarra; di fare qualcosa, in modo da rimanere occupati e mettere l’attenzione da qualche altra parte.

Devi ricordare questo: quando ti senti triste, non mancare questa opportunità. Chiudi la porta, siediti, e sentiti il più triste possibile, come se il mondo intero fosse solo un inferno. Vai in profondità…affondaci dentro. Lasciati penetrare da ogni pensiero, animare da ogni emozione di tristezza. Piangi, singhiozza e dici cose – le puoi dire anche ad alta voce, non c’è nulla di cui preoccuparsi.

Per prima cosa vivi la tristezza per alcuni giorni, e nel momento in cui l’energia della tristezza se ne va, ti sentirai molto calmo, pieno di pace come ci si sente dopo una tempesta. In quel momento siediti in silenzio e goditi il silenzio che arriva per proprio conto. Non sei stato tu a crearlo; tu hai portato la tristezza. Quando la tristezza se ne va, nella sua scia, arriva il silenzio.

Ascolta quel silenzio. Chiudi gli occhi. Sentilo… sentine la struttura, la fragranza. E se ti senti felice, canta e danza.

===========

L’unico problema con la tristezza, la disperazione, la rabbia, l’ansia e l’infelicità, è che vuoi sbarazzartene. Questo è l’unico ostacolo.

Devi vivere con queste emozioni; sfuggire non è possibile. Esse sono le componenti della situazione in cui la vita può crescere e diventare integrata. Sono le sfide della vita. Accettale.

Sono benedizioni sotto mentite spoglie. Se vuoi sfuggirle, se vuoi in qualche modo sbarazzartene, allora nasce il problema, perché quando vuoi liberarti di qualcosa non la guardi mai in modo diretto; a quel punto quella cosa cercherà di nascondersi, perché tu la condanni.

Andrà più in profondità nell’inconscio, si nasconderà negli angoli più oscuri del tuo essere dove non riuscirai più a trovarla. Si sposterà nella cantina del tuo essere, e lì si nasconderà.

Ma, naturalmente, più va in profondità e più problemi provoca, perché si mette ad operare da angoli sconosciuti del tuo essere e tu ti ritrovi completamente impotente.

Quindi la prima cosa è: non reprimere mai. La prima cosa è: ciò che è, è. Accetta e lascia che accada; lascia che appaia proprio davanti a te. In realtà, il solo affermare: “Non reprimere”, non è sufficiente. Se me lo permetti, vorrei dire: “Fattela amica”.

Ti senti triste? Fai amicizia con questa sensazione. Abbine compassione. Anche la tristezza ha un suo essere. Lascialo apparire, abbraccialo; siedi insieme a esso, e tienilo per mano. Sii amichevole. Amalo. La tristezza è bellissima! Non c’è nulla di sbagliato in essa. Che ti ha detto che c’è qualcosa di sbagliato nell’essere tristi? La tristezza può solo darti profondità. La risata è superficiale, la felicità è solo a fior di pelle. La tristezza arriva fino alle ossa, al midollo. Nulla va così in profondità come la tristezza.

Quindi non preoccuparti. Resta con l’emozione, ed essa ti condurrà fino al tuo nucleo più profondo. Viaggerai su quest’onda e sarai in grado di apprendere alcune cose nuove sul tuo essere, cose che non avevi mai saputo prima. Quelle cose possono esserti rivelate solo in uno stato di tristezza, non in uno di gioia. L’oscurità è anch’essa positiva, l’oscurità è anch’essa divina.

Una persona che riesce essere paziente con la sua tristezza, all’improvviso una mattina scoprirà che la felicità sta sorgendo nel suo cuore da qualche fonte nascosta. Quella fonte nascosta è l’esistenza. Ti sei guadagnato la felicità se sei stato autenticamente triste; se sei stato autenticamente disperato, infelice, ti sei guadagnato il paradiso. Ne hai pagato il prezzo.

Affronta la vita, confrontala. Ci saranno momenti difficili, ma un giorno vedrai che quei momenti difficili ti hanno dato forza, proprio perché li hai affrontati. Erano necessari. Mentre li stai attraversando sono difficili, ma dopo vedrai che ti hanno reso più integrato. Senza quei momenti non avresti mai trovato il tuo centro, le tue basi.

Fa’ che esprimere sia una delle regole fondamentali della tua vita. Se devi soffrire per questo, soffri pure, ma non sarai mai un perdente. Quella sofferenza ti renderà sempre più capace di goderti la vita, di celebrare la tua vita.


(Osho)

nothing on it

The Absolute works with nothing

By Mevlana Jelaluddin Rumi
(1207 - 1273)

English version by Coleman Barks



The Absolute works with nothing.
The workshop, the materials
are what does not exist.

Try and be a sheet of paper with nothing on it.
Be a spot of ground where nothing is growing,
where something might be planted,
a seed, possibly, from the Absolute.

martedì 5 luglio 2011

Ma hai mai provato riverenza per la tua amata?

Fà della presenza della tua amata o del tuo amante uno stato meditativo. State in silenzio. State vicini, ma restate in silenzio. Usate ciascuno la presenza dell'altro per lasciare cadere la mente; non pensate. Se stai pensando mentre il tuo amante è con te, allora non sei con il tuo amante. Come puoi esserlo? Siete entrambi lì, eppure distanti chilometri. Tu stai pensando i tuoi pensieri, il tuo amante sta pensando i suoi. Siete vicini solo apparentemente, ma in realtà non lo siete, perché quando due menti stanno pensando sono agli antipodi.

Il vero amore significa cessazioni di pensiero. Alla presenza della tua amata o del tuo amante smetti completamente di pensare; solo allora siete vicini. All'improvviso siete una cosa sola, i corpi non vi possono separare: in profondità nel corpo qualcuno ha infranto la barriera. Il silenzio infrange la barriera: questa è la prima cosa.

Fà della tua relazione un fenomeno sacro. Quando sei veramente innamorato, l'oggetto d'amore diventa divino. Se non lo è, sappi che non è una relazione d'amore: è impossibile. Una relazione d'amore non è una relazione profana. Ma hai mai provato riverenza per la tua amata? Puoi aver provato molte altre emozioni, mai riverenza.

Se non riesci a vedere il divino nella tua amata o nel tuo amante non puoi vederlo da nessun'altra parte.

Se non riesci a vederlo nella persona che ami, se Dio non è sentito lì, non può essere sentito da nessun'altra parte. E se lì viene sentito, presto o tardi lo sentirai ovunque, perché una volta spalancata la soglia, una volta che hai avuto una fugace visione del divino in una persona, non puoi più dimenticarti di quella visione e, di conseguenza, ogni cosa diventa una soglia. Per questo dico che l'amante in sé è una meditazione.

Osho

maiuscole e virgolette

Quando qualcuno usa maiuscole per parole che possono essere tranquillamente scritte in minuscolo e virgolette per parole che possono essere tranquillamente scritte senza virgolette, è perché non ha granché idea di quello che dice.
"_"

niente

inizio a pensare che l'illuminazione sia stata inventata dal Buddha per ingannare i discepoli.
Bramare l'illuminazione è la cosa più stupida che un cercatore possa fare, è molto meno sciocco bramare un culo di uomo o di donna!
Creare il desiderio dei non desideri è un artificio sopraffino.
E quando cade anche l'ultimo desiderio cosa resta da fare?

Niente.

Un Buddha è uno che non fa niente, uno che non può neanche concentrare la sua mente su un Buddha. Un Buddha non è un Buddha. Non pensa al Buddha. Se voi non vedete ciò di cui io sto parlando, non conoscerete mai la vostra propria mente. (Bodhidharma)

zentativi

Quando siamo nell'inconsapevolezza siamo come un blocco di ghiaccio attaccato alla banchisa.
Non c'è differenza tra noi e il resto del ghiaccio.
Quando sentiamo per la prima volta riecheggiare in noi la voce della via è come la prima crepa tra di noi e la banchisa.
Proseguire nella via è continuare ad allargare quella crepa. Spesso non ce ne accorgiamo che si sta aprendo di più, spesso si richiude. Ma più si avanza e più la frattura inizia a farsi visibile, netta.
Fino al giorno in cui avviene una deflagrazione ed inizia il vero viaggio.
L'iceberg si è staccato dalla banchisa. E più se ne allontana più si rende conto di non essere lui a decidere la sua direzione, più scende a sud più si rende conto che l'essenza di cui è fatto non è dissimile da quella del mare e dell'aria in cui è immerso. E più aumenta il suo muoversi nell'esistenza più i suoi elementi tornano ad essere aria e mare.
Fino a che tutto si è sciolto nell'esistere e non vi è più distinzione alcuna.

Io ho appena iniziato il mio viaggio nel mare e nel cielo.

lunedì 4 luglio 2011

Allora pianta il tuo giardino e decora la tua anima, invece di aspettare che qualcuno ti porti fiori.

Il mio balcone è diventato così bello che la mattina prima di uscire di casa passo sempre cinque minuti con le mie piante. Magari rinuncio alla colazione o arrivo in ufficio qualche minuto più tardi, ma salutare le mie piante nella luce del mattino ha un effetto fantastico su di me.
Le guardo crescere, i getti che spuntano, quella che è diventata troppo grande e sta piegando i supporti, le zucche che "marciano", ognuna alla sua velocità. I piselli che combattono con le zucche per un posto al sole.
Il gelsomino che ho preso pesto e macilento al Brico, che erano mesi che non vedeva la luce del sole, adesso ha iniziato a gettale le foglioline nuove, si è ambientato. L'altro gelsomino è felicissimo, ha fatto un getto apicale lungo oltre un metro in una settimana, non so proprio più dove farlo attorcigliare.
E l'altro giorno ero al supermercato ed ho visto un'ortensia rampicante dai fiori bianchi e non ho resistito.
E' ancora nel suo vasetto, l'ho messa un po' a fare amicizia con le altre prima di trapiantarla ed anche lei ha già gettato alla ricerca di una spalliera a cui abbarbicarsi...

per la prima volta ieri ho pensato di non andare in vacanza, che mi dispiace abbandonare le mie piante e che forse posso farmi un agosto a Milano in giro in bici per navigli, canali, ed escursioni di un paio di giorni.
C'è così tanto di ignoto da scoprire qui attorno, invece di andare in giro in luoghi sempre più conosciuti.

venerdì 1 luglio 2011

giovedì 30 giugno 2011

Se la persona che sognate non dovesse arrivare mai, sarebbe perfetto?

http://www.lameditazionecomevia.it/beck11.htm

trasformare il mondo

Ecco perché non dico ai miei sannyasin di rinunciare al mondo. 
Trasformate il mondo, perché abbandonarlo? Portate la meditazione nel mondo. 
Dovunque siate, iniziate a vivere in un piano diverso di consapevolezza. 
E arriverete a vedere come, a poco a poco, la compassione si farà strada dentro di voi. 
E quando giunge la compassione, da dove arriva? 
Arriva attraverso la tua passione.

Osho

You think of the Path

You think of the Path
As a long arduous climb
Up the mountain.

You concede there may be
Many paths
But you're sure
All have the same
Exalted goal.

Ram Tzu knows this...

There ARE many Paths.

Like streams
They flow effortlessly
(though not necessarily painlessly)
Down the mountain.

All disappear
Into the desert sands below


Ram Tzu (Wayne Liquorman)

Pensi al cammino
come ad una lunga e ardua scalata
ad una montagna

Accetti che ci possano essere molti cammini
Ma sei sicuro che abbiano tutti lo stesso esaltante obiettivo

Ram Tsu questo sa...

Ci SONO molti cammini

Come torrenti
Scorrono senza sforzo
(anche se non necessariamente senza dolore)
Giù dalla montagna

Tutti scompaiono
Nelle sabbie del deserto sottostante.


=======

Quando uno si sforza sul cammino, non ha capito, che non c'è nessuno sforzo, che al massimo è un po' di dolore, che il cammino vero è in discesa, perché non siamo noi ad averlo scelto. Non siamo noi ad avere scelto che la legge di gravità va in giù anziché in su.
Non abbiamo scelto noi il cammino, è lui che ci ha preso.
E' lui che era già dentro di noi. Quello che stiamo facendo è solo spogliarci di qualcosa che pensiamo essere noi stessi. Impariamo a vergognarci ogni giorno meno della nostra nudità.
Quando sarà naturale stare nudi ovunque, e stare vestiti dove è necessario...
adesso.

mercoledì 29 giugno 2011

Dallo Shōbōgenzō Zuimonki di Dogen

Gli studenti della Via non dovrebbero studiare il Buddha-Dharma per il proprio ego. 
Bisogna studiare il Buddha-Dharma solo per il Buddha-Dharma stesso. 
La maniera per fare questo è di abbandonare il proprio corpo e mente senza lasciare indietro nulla [...]. Dopo di ciò, senza pensare neppure per poco al giusto e sbagliato, senza occuparvi di voi stessi, anche se è una cosa difficile da fare e richiede impegno, lo dovreste fare, spinti dal Buddha-Dharma. [...] 
Non pensate di ottenere qualche vantaggio dalla pratica della Via del Buddha. Una volta che vi siete affidati alla Via del Buddha, non tornate a considerare voi stessi [...]. 
Quando non avrete più nulla da chiedere e da perseguire, allora sarete nella grande pace.


Dogen


Stasera è stato come se un oceano di fiori e di amore uscisse dalle mie braccia aperte verso il mondo.
Una sensazione di gioia, di compassione e di commozione stava per prendermi ma la mente è arrivata a tirarmi indietro.
Non importa.
Quell'oceano di fiori che ha iniziato ad uscire da me è una cosa che non dimenticherò mai.
Besta un secondo a volte per comprendere che si è in un unico flusso con l'esistenza.

Basta una piccola crepa perché un ghiacciaio si stacchi dalla banchisa.

Life is a smile

La vita è un sorriso.
Iniziare a riconoscere le persone dal sorriso è quello che sta accadendo.

Inizio sempre di più a dimenticare il resto e guardare i sorrisi.

E ieri sera non so come e non so ancora perché sono finito a cena in un ristorante Hari Krishna.
Che bei sorrisi che hanno le persone che meditano.

lunedì 27 giugno 2011

equidistanza

prendi gli insulti e i complimenti allo stesso modo...
non sono rivolti a te.

Stasera, un mio capo di venti anni fa mi ha detto "con Paolo Pellizzardi sei il migliore informatico che io abbia conosciuto in 40 anni".

Ora insultatemi pure quanto volete!! :)))

fiori arancioni

corro senza posa dietro a fanciulle che al posto di due fiori mi mandano due picche :)

vediamo se a furia di impiccarmi riesco a calmarmi un po'?
Si ho voglia di sesso e amore e passione. Ma chi con voglio io ovviamente.

Ho avuto una comprensione: un giorno arriverà un sorriso e non ci sarà più bisogno di dire niente o di fare niente ma tutto verrà per conto suo.
Nel frattempo "non aspettarti fiori ma decora la tua anima" :))

Stanno per sbocciare altri fiori arancioni sul mio balcone.

giovedì 23 giugno 2011

La risposta

La risposta che spiega è sbagliata. Anche se è la risposta giusta è sbagliata.
La risposta che apre è giusta, anche se è la risposta sbagliata è giusta.
Chi chiede e vuole capire deve sperimentare, non semplicemente ascoltare.

Un cane ha natura di Buddha? Wu!.

Il sogno di una sera


Cerca nel passato
Quando nascevi,
Non puoi ricordarti di nulla !

Conserva la mente com'era
Quando sei arrivato nel mondo,
Istantaneamente il Sé
Diventa "ciò-che-è"

Idee del bene e del male
Son dovuti al tuo Sé

In inverno il fuoco nel camino
È una delizia
Ma quando arriva l'estate
Che fastidio!

E la brezza
che amavi in estate
Prima dell'autunno
Già è una seccatura!


Attaccamenti, brame
Non sono più nella mia mente
Ecco perché posso dire ora
Il mondo è proprio mio!

Il tuo desiderio della persona amata
È solo momentaneo
Esiste a causa del passato
Prima che lei venisse.

Ricordarsi di qualcuno
Significa che non puoi dimenticare
Non ricordarlo
Che non hai mai dimenticato 

Ripensando al passato
Trovi che è un sogno di una sera
Realizza questo e vedrai
Che tutto è solo una bugìa

Coloro che sono amareggiati da
Questa fluttuante vita di dolori
Si angustiano, affliggono le loro menti
Ruminando su sogni vani

Poiché, in fondo, questo mondo fluttuante
È irreale. 


It is the most beautiful moment in one´s life when there is neither confusion nor certainty. 
One simply is — a mirror reflecting that which is. 
With no direction to go anywhere, with no idea of doing something, with no future
— just utterly in the moment, tremendously in the moment.

Osho


così mi sento in questo preciso istante :D

Ecco cosa sto pensando oggi: ma dove sono stato ieri? Era tutta un'illusione?

Una persona chiese a Bankei:

“Nonostante io senta profonda gratitudine per i tuoi insegnamenti sul fatto che non esiste la nascita perché tutto esiste già, dalle mie vecchie abitudini mentali sorgono continuamente pensieri nei quali mi perdo e mi è difficile rimanere continuamente 'mai nato'. Come posso mantenere una fiducia totale?”

Questa è la difficoltà di tutti i meditatori. Ha nomi diversi ma il problema è sempre lo stesso. E il problema è che nelle tue meditazioni magari puoi assaporare un istante, un assaggio dell'estasi eterna, ma non sei in grado di ricordartene durante la giornata, nell'arco delle ventiquattro ore. Le vecchie abitudini e la vecchia mente interferiscono continuamente in mille modi. È uno strano fenomeno che viene sperimentato solo dai meditatori. Chi non medita non avrà modo di farne esperienza perché non gli si presenterà mai l'occasione. Un meditatore fa quest'esperienza, ma quando torna indietro da livelli così profondi, quando torna alla sua vita di tutti i giorni, al mondo ordinario, alla periferia del suo essere, la mente comincia a creare dubbi: “Era solo un sogno. Ma che razza di stupidaggine senza senso è l'eternità? Stai diventando così folle da credere che semplicemente chiudendo gli occhi puoi raggiungere la verità suprema?”. La mente crea molti dubbi. E la mente è la tua vecchia amica: ci ha messo quattro milioni di anni a svilupparsi. La tua meditazione è molto nuova, fresca, è un seme appena germogliato. La tua mente è un cedro del libano alto sessanta, cento metri, che arriva quasi a toccare il cielo. Quando torni dal centro dell'essere alla periferia, dopo un'esperienza di meditazione, si innesca improvvisamente un conflitto tra la nuova esperienza e la vecchia mente con i suoi quattro milioni di anni.

The Buddha greater than the Universe

Q : What is the mind?
A : The mind is the Dharma Realm. Your mind is bigger than all of empty space, bigger than the universe. It’s just that you don’t use it.

Tripitaka Master Hsuan Hua


Stasera, durante la meditazione ho sentito che ero più grande dell'Universo, che era tutto dentro di me e nella mia testa è risuonata una frase in inglese "The Buddha greater than the Universe".
Cercando ho trovato la domanda e la risposta. 
Non conosco Hsuan Hua, ma lui evidentemente conosce me.

Più mi addentro e più mi rendo conto che sto entrando in luoghi in cui altri sono già passati.
Io sono il tutto e il niente. Sono solo sospinto da una forza che non sono io e che diventa io.

E' bello sentirsi dentro l'universo.

mercoledì 22 giugno 2011

sempre in qualcosa di nuovo

Il Coraggio è l’esatto opposto della Paura. Sii sempre pronto ad abbandonare il conosciuto, desideroso di abbandonarlo, senza neppure aspettare che sia giunto a maturazione.

Tuffati semplicemente in qualcosa di nuovo. La sua stessa novità, la sua stessa freschezza è cosi attraente. Allora c’è coraggio. Quello che conta è la tua scelta, la tua scelta di imparare, la tua scelta di provare un’esperienza, la tua scelta di entrare nell’oscurità. Il coraggio ti verrà.

Non lasciarti mai sfuggire l’Ignoto. Sceglilo sempre e tuffatici a capofitto.
Anche se soffri, ne vale la pena, ripaga sempre.
Ne esci sempre più Adulto, più Maturo, più Intelligente.

look deep

“Look deep into nature, and then you will understand everything better.”
–Albert Einstein

imparare

Dopo un po' impari la sottile differenza tra tenere una mano e incatenare un'anima

E impari che l'amore non e' appoggiarsi a qualcuno e la compagnia non e' una sicurezza.

E inizi a imparare che i baci non sono contratti e i doni non sono promesse.

E cominci ad accettare le tue sconfitte a testa alta e con gli occhi aperti e la grazia di un adulto, non con il dolore di un bambino.

E impari a costruire le tue strade oggi perche' il terreno di domani e' troppo incerto per fare piani.

E impari che il sole scotta se ne prendi troppo percio' pianta il tuo giardino e decora la tua anima invece di aspettare che qualcuno ti porti i fiori.

E impari che puoi davvero sopportare, che sei forte davvero, che vali davvero.


Osho

pubblicata da Ahimsa Maitri Sara Conte il giorno sabato 6 novembre 2010 alle ore 19.13

martedì 21 giugno 2011

Essere da solo

Loneliness is absence of the other. 
Aloneness is the presence of oneself. 
Aloneness is very positive. It is a presence, overflowing presence. 
You are so full of presence that you can fill the whole universe with your presence and there is no need for anybody.
Osho

provo a tradurre:
La solitudine è l'assenza dell'altro.
L'essere da solo è la presenza di sé stesso.
L'essere da solo è molto positivo. E' presenza, straripante presenza.
Sei così pieno di presenza che riempi l'intero universo con la tua presenza e non c'è alcun bisogno di altri.

provo a comprendere:
Sto cercando di far uscire da dentro di me la mia presenza.
E soprattutto di comprendere cosa la stia tenendo dentro.
E una cosa ho capito: per anni, fin da piccolo, mi sono sentito dire di vedere qualcuno, di frequentare gli amici, di essere più socievole.
Ma io fin da piccolo ho sempre amato stare da solo, o avere al massimo un amico del cuore con cui condividere un po' tutto. Non sono mai stato un animale sociale, come lo è invece mia sorella.
Mi sono sempre sforzato e ho sempre vissuto questo mio essere solo come una grande mancanza nei confronti del mondo normale. 
Ricordo ancora una volta che, spinto da mia madre, uscii e andai al cinema, da solo. Andai a vedere Troisi, Ricomincio da Tre. Non ci capii un cazzo dalla prima scena all'ultima, un trauma tremendo, da solo e senza capire niente di quello che stavo guardando. Mi sentii talmente sfigato che me lo ricordo tuttoggi.
Decisi che non sarei più andato al cinema da solo o fatto cose da solo.
Ma mi sbagliavo. 
Non avrei dovuto fare una cosa che non sentivo di fare.
Se non avevo voglia di andare al cinema non dovevo andarci. 
Se ho voglia di andare al cinema ci posso andare anche da solo. 
Se mi rompo me ne vado :))
Se invece fai una cosa che non vuoi fare (spesso ne siamo costretti dalle circostanze) l'importante è sapere che quasi certamente quella cosa non ci piacerà, ma non tanto per la cosa in sè, quanto per le circostanze.
Sono talmente rari i casi in cui facciamo una cosa contro voglia e in cui ci divertiamo realmente, che ce li ricordiamo benissimo come una rarità.

In questi ultimi mesi non ho più visto un film o letto un romanzo.
Mi sembrano sempre di più delle fughe dalla realtà.
Illudere la mia mente con racconti artificiali di un'altra mente.
Che non sa niente del reale e cerca di immaginare qualcosa, raccontare una storia.
E più la storia è fantasiosa più funziona.
Ma ci porta a vivere una vita di fantasia e di immagini idealizzate.

La cosa più affascinante è guardare la vita come essa scorre sotto i nostri occhi.
Inizio a trovare molto interessante stare a guardare la gente che vive ogni giorno, piuttosto che impiegare lo stesso tempo a leggere una storiella inventata.
Guardare le persone, senza giudicare, senza pormi in relazione/competizione ma solo come osservatore, mi aiuta a comprendere cosa sia l'esistenza; leggere una storia inventata mi fa passare il tempo crogiolandomi nella finzione, ingannando la mente.
E mentre guardo scendo paradossalmente dentro di me. Mi rivedo. O vedo cose diverse.
Quando sale il giudizio mi dico "rilassati e osserva", l'essere testimone ed il rilassarsi sono lo stesso aspetto del fenomeno.

Mio padre ieri mi diceva "sembri un pesce fuor d'acqua", un'amica qualche settimana fa mi ha detto "ti vedevo molto solitario".
E' quello che succede. Quando divento testimone esco dall'acqua, entro nel mio essere solo.
Il togliere il giudizio riempie l'interno di silenzio e di serenità. 
Prima dovevo sempre esprimere, almeno a me stesso, la mia opinione su tutto.
E dovevo interagire e dire cose banali.

Adesso se ho voglia di interagire lo faccio, altrimenti sorrido.

Non capita sempre questo, ma sta accadendo sempre più spesso.



venerdì 17 giugno 2011

Amori amari

Domanda: Sto dando alla mia amata tutta la libertà che mi riesce di darle. Tuttavia, molto spesso finisco in situazioni spiacevoli nelle quali mi sento ferito. Vuol dire forse che non mi amo abbastanza, e proprio per questo mi metto al secondo posto?

Osho: 
Può essere molto più complicato di quello che pensi.
In primo luogo, l’idea stessa di dare libertà alla persona che ami è sbagliata. Chi sei tu per darle libertà? Certo, puoi amare, e l’amore comprende la libertà. Non è qualcosa che devi dare. Se sei tu a darla, allora nascono proprio quei problemi che adesso ti trovi ad affrontare.

Quindi, in primo luogo, stai facendo una cosa sbagliata. Non è che vuoi dare libertà – in realtà ti piacerebbe che non nascesse mai la situazione in cui devi dare libertà. Però mi hai sentito ripetere tante volte che l’amore dà libertà, quindi ti forzi inconsapevolmente a dare libertà, perché altrimenti il tuo non sarebbe amore.

Ti trovi in un dilemma: se non dai libertà, il tuo amore diventa sospetto; se la dai – cosa che non puoi fare comunque – l’ego diventa molto geloso e crea mille domande, per esempio: “Non sarà che non sei abbastanza per lei, e quindi le devi dare libertà – la libertà di andare con qualcun altro?”. È una cosa che fa male, e ciò che senti è: “Mi sto mettendo al secondo posto”.

Dandole libertà hai messo al primo posto qualcun altro, e te solo al secondo. Ciò va contro il tuo ego e non ti servirà affatto, perché finirai col vendicarti di quella libertà che le avevi concesso. Vorresti che ti fosse data la stessa libertà – sia che ti serva oppure no, non è quello il punto – solo per dimostrare di non essere stato imbrogliato.

In secondo luogo, quando la donna che ami è stata con qualcun altro, ti sentirai un po’ strano con lei; ciò che è accaduto si metterà di mezzo. Ha scelto qualcun altro e ha lasciato te; ti ha insultato. E tu avevi fatto tanto; eri stato così generoso da darle libertà. Ti senti ferito, e farai in modo di ferire anche lei, in un modo o nell’altro.

Tutto questo nasce da un fraintendimento. Non ho sostenuto che, se ami, devi dare libertà. Io ho detto che l’amore è libertà.

Non è una questione di dare. Se dare è un obbligo, è meglio non dare affatto. Rimani alla stregua di tutti gli altri. Perché creare complicazioni, senza alcuna necessità? Ce ne sono già a sufficienza.

Se il tuo amore è arrivato di per se stesso a una qualità che comprende la libertà, e il tuo amato non deve nemmeno chiederti il permesso… In realtà, se fossi stato al tuo posto e la mia amata mi avesse chiesto il permesso, mi sarei sentito ferito, perché allora sarebbe stata evidente la sua mancanza di fiducia nel mio amore. Il mio amore è libertà. Io l’ho amata; questo non vuol dire che devo chiudere tutte le porte e le finestre in modo che non possa ridere con qualcun altro, danzare con qualcun altro, amare qualcun altro… perché chi siamo noi?

Questa è la domanda fondamentale che ognuno deve porsi: chi siamo noi? Siamo tutti stranieri. Su che base allora acquisiamo tanta autorità da poter dire: “Ti darò libertà”, oppure “Non ti darò libertà”, oppure “Se mi ami, non puoi amare nessun altro”?. Queste sono affermazioni stupide, che tuttavia hanno dominato l’umanità sin dai suoi inizi. Siamo ancora dei barbari, non abbiamo imparato cos’è l’amore.

Se amo qualcuno, sono grato a quella persona perché mi ha permesso di amarla, non mi ha rifiutato. Questo è sufficiente. Ma non divento per lei una prigione: mi ha amato, e io come ricompensa le costruisco intorno una prigione; l’ho amata e, come risultato, lei crea una prigione intorno a me. Belle ricompense che ci diamo a vicenda!

Se amo qualcuno, le sono grato e la sua libertà rimane intatta. Non è una cosa che le ho dato io. È un suo diritto naturale che non può essere cancellato dal mio amore. Come può l’amore togliere la libertà a qualcuno, specialmente la persona che ami? È un suo diritto. Non puoi neppure dire: “Le do libertà”. Chi sei tu? Solo un estraneo. Vi siete incontrati lungo la strada, casualmente, e lei è stata tanto gentile da accettare il tuo amore. Sii riconoscente, e lascia che viva come vuole, e anche tu vivi come vuoi. Nessuno dovrebbe interferire con il tuo modo di vivere.

Questa è libertà: un amore di questo genere potrà aiutarti a essere meno teso, meno ansioso, e più ricco di gioia.

Ciò che accade nel mondo è proprio l’opposto. L’amore crea tanta di quell’infelicità e dolore che ci sono persone che alla fine decidono che è meglio non amare affatto. Chiudono le porte del loro cuore, perché l’amore è solo un inferno, nient’altro.

Ma chiudere le porte all’amore vuol dire anche chiudere le porte alla realtà, all’esistenza; quindi non è una cosa che suggerisco. Ti dirò invece: cambia completamente il tuo modo di amare! Hai costretto l’amore in una situazione orrenda – cambia questa situazione.

Lascia che l’amore diventi un sostegno per la tua crescita spirituale. Lascia che diventi nutrimento e coraggio di aprire il cuore non a un solo individuo ma all’universo intero.

Beyond Psychology

=============

Riuscire ad amare così sarebbe veramente fantastico.
Niente più sofferenze e delusioni.

Ma la chiave è "e anche tu vivi come vuoi", perché il mio problema maggiore è che io cambio il mio modo di vivere per adeguarmi, per accontentare, per accogliere. Divento un crocerossino.

Probabilmente non cambiando il mio modo di vivere è il modo migliore per migliorare il mio modo di amare.

Il luogo dei Buddha

Chi ci è andato sa che esiste.
E sa che una volta che ci si è stati qualcosa dentro scende in profondità e cambia per sempre.

Non c'è più il bisogno di sorridere.
Sorridere ed essere seri sono la stessa cosa.

Quando sorridi sei aperto al mondo, quando sei serio sei raccolto in te stesso.
E le parole diventano fragili e perdono sempre più di senso.

giovedì 16 giugno 2011

life is a Zen master

nonostante tutti gli sforzi che faccio per non stare da solo, evidentemente devo proprio invece imparare a stare da solo.
Lo stare da solo è una cosa che detesto da una parte (mi sono sempre sentito uno sfigato quando stavo da solo, tutti continuano sempre a dirmi di trovare un amico o qualcuno con cui fare le cose) e dall'altra amo.

Forse nel mio profondo il mio vero volto è stare da solo, ma nella superficie non è ancora caduta la maschera o la programmazione ricevuta fin da piccolo.

Life is a Zen Master, devo seguirla anche controvoglia :)))

martedì 14 giugno 2011

Talent scout

Just find your own talent. 
Nature never sends any single individual without some unique gift. Just a little search…. 
Whatever qualities and whatever talents you have, use them to the fullest, 
and the energy that is involved in tensions will start becoming your grace, your beauty.


Ecco!! Ma quale è il mio talento???

lunedì 13 giugno 2011

A volte...

...mi rendo conto solo molto tempo dopo di aver capito delle cose fondamentali da alcune riflessioni.

Un giovane si presentò a un maestro zen e gli disse: "Vorrei raggiungere la liberazione dalla sofferenza promessa dal Buddha. Ma non sono capace di lunghi sforzi e non sono in grado di meditare. Esiste una via che posso seguire?"
"Che cosa sai fare?" gli domandò il maestro.
"Niente."
"Ma c'è qualcosa che ti piace fare?"
"Giocare a scacchi."
Il maestro fece portare una scacchiera e una spada. Poi chiamò un giovane monaco e disse: "Chi di voi due vincerà questa partita a scacchi raggiungerà la liberazione. Chi perderà sarà ucciso con questa spada. Accettate?".
I due giovani acconsentirono e incominciarono a giocare. Sapendo che era una questione di vita o di morte, si concentrarono come non avevano mai fatto. A un certo punto il primo giovane si trovò in vantaggio e pensò che la vittoria era sicura. Guardò il suo avversario e si accorse che il maestro aveva sollevato la spada sulla sua testa. Allora ne ebbe compassione e compì un errore deliberato. Ora era lui che stava per perdere. Vide che il maestro aveva spostato la spada sulla sua testa... e chiuse gli occhi. La spada si abbatté sulla scacchiera.

"Non c'è né vincitore né vinto" proclamò il maestro "e quindi non taglierò la testa a nessuno". Poi aggiunse rivolto al primo giovane: "Due sole cose sono necessarie: la concentrazione e la compassione. E tu le hai sperimentate entrambe. Questa è la via che cerchi".

La compassione.
Talvolta nella nostra ricerca ci sforziamo troppo, ci concentriamo troppo.
Concentrarsi va bene, ma rischia di prendere il sopravvento il super-ego.
Soprattutto coloro che sono stati educati da genitori o nonni molto rigidi.
Sostituiamo il nostro ego con il loro superego, o meglio con il superego che si è creato in noi attraverso di loro.
Ed è molto difficile distinguere la nostra ricerca dal superego.
Appena ci rendiamo conto della compassione tutto si svela magicamente.
Se i pensieri che stiamo facendo mancano di compassione allora è il superego a farli.
Se ci manca la compassione per noi stessi e per gli altri, sia quelli che brancolano nel buio, sia quelli che credono di sapere tutto, sia quelli che come noi stanno cercando e sbagliando, si per noi stessi(!), allora stiamo proprio sbagliando noi.
Concentrazione e compassione: questa è la via che cerchi.

venerdì 10 giugno 2011

Tao

La via.
Non sono io che ho scelto la via.
E' la via che ha scelto me.

Domanda: A volte, quando medito, sento di volermi isolare dalla gente e di voler stare da solo, in modo da poter andare in profondità all'interno di me stesso ed essere indipendente. Ma la mia ragazza ne viene turbata. Che debbo fare?

Osho: È un malinteso. Hai preso l'interdipendenza per dipendenza. È un'idea sbagliata e..., a causa di quest'idea sbagliata, nasce un desiderio sbagliato: quello di diventare indipendenti. Da un errore ne nasce un altro. L'indipendenza è una cosa impossibile; se qualcuno vuole insegnartela - ci sono persone che lo fanno - stanno insegnando solo delle gran sciocchezze. Sei parte del tutto, sei tutt'uno con il tutto, sei un'onda del mare.

Quindi la prima cosa da comprendere è che io non insegno l'isolamento, perché non insegno l'ego. Non insegno l'isolamento, perché voglio che tu abbandoni l'ego, non che abbandoni il mondo. Il mondo non è un problema. Il mondo è straordinariamente bello, è gioia pura; non c'è nulla che non vada in esso. C'è qualcosa che non va in te, non nel mondo. Lascia andare quello che c'è in te di sbagliato, ma non rinunciare al mondo. Io affermo la vita, senza alcuna condizione.

Se vuoi proprio lasciare andare qualcosa, lascia andare te stesso. Se vuoi rinunciare a qualcosa, rinuncia a te stesso. E l'unico modo di rinunciare a se stessi, è quello di celebrare. Quando sei felice, tu non ci sei; quando sei triste allora sì che ci sei. Quando sei depresso, ci sei; quando sei colmo di gioia, non ci sei.

--

Quando leggo certe parole mi ricolmo di felicità. Sento che sono giuste ed è il giusto modo di vedere le cose.
Ma non so perché. Sento che è così. "Se vuoi rinunciare a qualcosa, rinuncia a te stesso."
So che non tutti capiscono. Ma chi capisce segue. Anche io all'inizio facevo moltissima fatica ad accettare quello che diceva. Ma dentro qualcosa mi diceva che era lì che dovevo andare.
Come ad un cattolico dice di andare in chiesa e ad uno scienziato di credere solo alle leggi della natura.
E' quella voce che ad ognuno di noi dice cosa fare e diventiamo quello che sentiamo (più o meno).

Non sono stato io a scegliere la via, è stata la via a scegliere me.
Quando sono entrato in contatto con la via è stata lei a farmi capire che la dovevo seguire.

Space Ghetto rulez!

"After much contemplation and soul-searching I've decided to IGNORE myself."
Anonymous

This man is a Zen Master!

marò che botta!

Ci sono tre reazioni quando ti menano: 
1) VIULEENZAA: resti e gliele ridai 
2) JESUS: resti e porgi l'altra guancia 
3) BYEBYEBABY: te ne vai


la terza che ho detto.. 


marò che botta però!!

non ce la faccio....

a fare il Buddha.
O mi viene o non mi viene. E in certe cose proprio non mi viene :)

E visto che il mio percorso l'ho fatto per stare bene, che senso ha sforzarsi e stare male.
Faccio quello che mi sento e, anche se non è giusto in assoluto, è giusto in questo momento.

Non c'è attainment migliore che sentirsi a proprio agio.
E' questo in fondo il fine della ricerca :))

byebye

martedì 7 giugno 2011

Tiziano terzani

La malattia di cui oggi soffre gran parte dell'umanità è inafferrabile, non definibile. Un tempo il potere da cui uno si sentiva oppresso aveva sedi, simboli, e la rivolta si dirigeva contro quelli.... Ma oggi? Dov'è il centro del potere che immiserisce le nostre vite? Bisogna forse accettare una volta per tutte che quel centro è dentro di noi. - Un altro giro di giostra

Terzani è un'altra delle persone che sta portando una nuova consapevolezza ad un nuova umanità. Mi piace perché è umano, ha intuito ma non comprende fino in fondo. E' come mi sento io. Intuisco ma non capisco fino in fondo. Infatti scrive "bisognerebbe forse accettare una volta per tutte"... che frase faticosa, si vede che qualcosa si dibatte ancora in lui, ma ha capito, che è così, la dittatura è in noi. Non c'è niente da accettare quando ne sei consapevole.
La dittatura è in me.
Pensavo ad un'amica, progressista e di sinistra, che mi chiedeva "ma non è illegale seminare un fiore in un giardino pubblico"? Ecco, è questa la dittatura della nostra mente.
Come può una persona aperta e progressista pensare che sia un reato piantare un fiore?
E se anche è un reato che multa mai mi daranno? 100 euro? Ma la pago volentieri per aver piantato un fiore.
Non c'è legge dell'uomo che possa impedirmi di fare una cosa che è legge di natura come seminare i fiori.
Esiste qualcosa dentro di noi che è oltre ogni legge, che è quello che sappiamo essere giusto, non importa cosa ci dica il mondo attorno a noi. Sappiamo che è giusto.
Ma siamo abituati a piegare i nostri pensieri e quindi arriviamo a dimenticarci di noi stessi, il centro del potere è così dentro di noi da sempre che non lo vediamo neppure, lo crediamo giusto, pensiamo sia giusto punire una persona che semina un fiore.
Per quello è importante la meditazione, la meditazione svuota la mente dei pensieri indotti, ci mette in contatto con il nostro essere, con le cose che sono naturalmente giuste, con quel luogo dove ogni cosa è in quiete perché è così, non c'è conflitto.

Ieri sera sono andato a sentire una cosa meravigliosa: Moni Ovadia con il Rhapsodjia Trio (a Casa Cambalache, presso la Palazzina Liberty) che hanno cantato e suonato tanghi argentini e dell'Europa. 
Una meraviglia.
Son andato da solo che mi hanno bidonato. Ho cercato amici perché andare da solo è un po' da sfigato e a me piace condividere ma un po' il prezzo e un po' il poco anticipo alla fine non è venuto nessuno.

Ed è stato bellissimo. Al posto di chiacchiericciare ho potuto rilassarmi prima del concerto e diventare una cosa sola con la musica, diventare una canna di bambù suonata dalla musica.
E' stata un'esperienza bellissima essere in mano a questi artisti bravissimi, farsi accarezzare dalle corde del violino, dalla voce stentorea di Moni, dalla fisarmonica che sostituiva (anche bene) il bandoneon.
Ondeggiare nel suono e lasciare che il suono diventasse me stesso.

The Hollow Bamboo
"If you want to know a bamboo, if you want to paint a bamboo, become a bamboo; that is the only way to know it. How can you know the bamboo from the outside? From the outside there will be only guesswork, speculation, inference, philosophy – but not knowl...edge. You can know the bamboo only when you have become the bamboo, when you know the bamboo from its inside, from its interiority – when you feel like a bamboo. When you know how it feels when the wind comes and makes the bamboo a dancing girl, how it feels when you become a dancing girl in the wind – only then do you know. You know only when you come to feel from the innermost core of the bamboo as the bamboo. When you feel how it feels in the morning when the sun rises and knocks on the bamboo, wakes the bamboo, how it feels when a bird comes and sings, how it feels when the sky is full of stars, how it feels to the bamboo – from the outside you can only guess, and that will be a human guess. No, there is no way to know from the outside. And if you cannot know even a bamboo from the outside, what to say about God? God means the totality of existence. You have to dissolve into this totality. This can be done only by great intention, by a fiery intention. It needs risking. Only those who risk totally, find." Osho- The Revolution

lunedì 6 giugno 2011

double pointed arrow, a triangle appears

"Gurdjieff used to tell his disciples, “When the arrow of your consciousness becomes double-pointed, when your consciousness begins to flower at both ends, you will become an enlightened being.” Gurdjieff’s efforts in directing his disciples were all to this end. When you look at someone, look at him, but also keep trying to look at your own self: “I am looking, I am the observer.” Then you are sharpening the other edge of the arrow of your consciousness. One end is directed towards the object you see.

Don’t leave the world of objects. Rather, try to become aware of both the subject and the object simultaneously, the outer and the inner simultaneously. If both are there, only then can you be balanced between them.

Try this: in any way just become neutral, indifferent. Suddenly mind has no function. If you are for, you can think; if you are against, you can think. If you are neither for nor against, what is left to think? Be indifferent to the extremes. A balancing happens. This balancing will give you a new dimension of feeling where you are both the knower and the known, the world and the other world, this and that, the body and the mind. You are both and, simultaneously, neither — above both. A triangle has come into existence."

Osho, The Book of Secrets, Talk #61

life is a zen master

Non sarà un rapporto facile rose&fiori. 
Ci saranno momenti molto difficili.
Ma la vita è un maestro Zen. E anche in questo.
Niente programmi, niente futuro. Ogni cosa si definisce di giorno in giorno.
Non so dove trovo il coraggio.
Forse è proprio iniziata un'altra fase del cambiamento.
Ad ogni inizio mese, qualcosa di nuovo :)

domenica 5 giugno 2011

giovedì 26 maggio 2011

Hey tu

hey you.
yes, you. stop being unhappy with yourself. you are perfect. stop wishing you’d look like someone else or wishing people would like you as much as they like someone else. stop trying to get attention from those who hurt you. stop hating your body, your face, your personality, your quirks. love them. without those things you wouldn’t be, you. and why would you want to be anyone else? be confident with who you are. smile. it’ll draw people in. if anyone hates on you because you are happy with yourself then you stick the middle finger in the air & say screw it. my happiness will not depend on others anymore. i’m happy because i love WHO I AM.
i love my flaws.
i love my imperfections. they make me, me. and ‘me’ is pretty amazing.



Hey, tu. Si proprio tu.
Da oggi puoi iniziare ad essere felice con te stesso. Sei perfetto. 
Inizia ad amare come sei e non desiderare essere un altro per piacere alle persone a cui piacciono altri. 
Lascia perdere di cercare di piacere a quelli che godono nel ferire. 
Ama pure il tuo corpo, il tuo viso, la tua personalità, le tue stranezze. Amale. Senza di loro tu non saresti tu. E perché vorresti essere qualcun'altro? Prendi con fiducia in quello che sei. Sorridi. Persone arriveranno. 
E se qualcuno ti odia perché sei felice con te stesso, cosa ti importa? peccato per lui, che non riesce ad essere felice con se stesso. 
La tua felicità non dipende più dagli altri. 
Sono felice perché amo quello che sono, amo le mie debolezze, le mie imperfezioni, i miei difetti. Li amo teneramente, alcuni con compassione, perché sono me stesso e sono tutto l'universo.

(libera traduzione ovviamente ;)))

e comunque...

oggi è proprio un giorno tristissimo.

"quando sei triste, diventa la tua tristezza"

mercoledì 25 maggio 2011

il sorriso

quando il sorriso diventa tirato, quasi falso,
allora è bene prendersi un po' di pausa e tornare dentro se stessi...

martedì 24 maggio 2011

Smilla

Nel profondo so
che voler scrutare nelle cose
porta alla cecità,
che il desiderio di capire
incorpora una brutalità
che cancella ciò verso cui tende la comprensione.

Solo l'esperienza è sensibile.

Ma forse sono debole e brutale.
Non ho mai potuto fare a meno di provare.



Peter Hoeg, Il senso di Smilla per la neve.




Kobayashi Issa


Riflesse 
le montagne
Non si può spiegare un haiku.
Al massimo si possono descrivere le riflessioni che induce.
Dove sta la montagna? La sua immagine è nell'occhio della libellula così come nella nostra mente.
Cosa è l'immagine della montagna e del mondo che è nella nostra mente?
E' come il riflesso nell'occhio di una libellula.
Esiste realmente? Si.
E' la vera montagna? Cosa è la vera montagna?
Cosa è il nostro pensiero?
Cosa è il mondo e cosa il nostro pensiero?
Riflessi.

lunedì 23 maggio 2011

Shuttle

Quando progettarono lo Shuttle, negli anni 70, pensarono ad un veicolo riutilizzabile mentre invece il mondo stava andando nella direzione usa e getta.
Oggi stanno progettando dei veicoli usa e getta mentre il mondo sta andando verso il riciclo e riutilizzo.

Delle volte basta fermarsi a riflettere un attimo per capire cosa fare.

Ad esempio: la nostra civiltà sta prendendo le cose da sottoterra e mettendole sopra la terra (petrolio che diventa fumi o plastiche; metalli che compongono i pezzi della nostra quotidanità, gas naturale che diventa calore, ecc.).. quindi tante cose che prima erano sopra la terra spariranno sottoterra, che sia aria, acqua o altro ancora.
Non ci vuole un genio per capire che stiamo facendo un gran casino e che l'ecosistema prima o poi rimetterà le cose a posto.
Un terremoto non assomiglia forse ad un cane che si scrolla l'acqua di dosso? Un'epidemia non assomiglia forse ad un insetticida che diamo sulle nostre piante quando i parassiti rischiano di ucciderle? E una carestia non è forse un luogo che non innaffiamo per lasciare morire le erbacce infestanti?

La nostra intelligenza non è aliena, è qualcosa del mondo. Quindi esiste anche in altri luoghi ed entità ed in dimensioni (infinitamente piccole o grandi) e agisce nel nostro stesso modo.

Basta osservare l'esistenza per capire che la vita è un maestro Zen.

sabato 21 maggio 2011

avrei voluto...

.. proseguire in questa ricerca personale...
ma ogni tanto sul proprio cammino si incontrano persone che percepisci come eccezionali e poi incredibilmente si rivelano ogni giorno più eccezionali...

e mi sono innamorato
e sono felice

e sono curioso di come sarà vivere questa storia d'amore zen..

lunedì 16 maggio 2011

Sei venuto a mani vuote e partirai a mani vuote un giorno

una delle cose che più ha caratterizzato la mia vita è stata la tensione, l'ansia...
spesso mi sono chiesto "ma dove stai correndo?"...
più divento consapevole e la cosa che più mi piace è questa sensazione di benessere che mi pervade appena lascio andare l'ansia....

e questa frase "sei venuto a mani vuote e te ne andrai a mani vuote" è bellissima...
perché toglie ogni ansia, non c'è nulla da fare realmente in questa vita, nulla di materiale almeno, la materia finirà, non potrò portare con me quello che ho fatto o costruito...
e allora cosa porterò con me.. quello che sono stato e che sono diventato...
ma forse neppure quello...
ed è così bello ricordarmi che sono io il mio metro di giudizio...

giovedì 12 maggio 2011

no way


the left and right border are one above the other anyhow
the straight way is illusory too
(from the curved universe theory ;)

martedì 10 maggio 2011

parlare col corpo

la meditazione porta silenzio...
le parole perdono di significato...
il ragionare diventa lento ed il parlare complesso...

e sto iniziando a parlare con il corpo, con livelli diversi...
è un po' come da bambini, solo che nessuno ti insegna..
e quindi è un osservare e provare...
alcune persone sentono benissimo
con altre non sono ancora riuscito a comunicare...
ma io stesso sono ancora sordo..


Se apriamo le mani, possiamo ricevere ogni cosa. 
Se non siamo, siamo l'universo...

FFP2


Fornisce protezione contro aerosol solidi, liquidi e fumi contenenti materiali quali: calcio carbonato, ceramica, cemento, cellulosa, zolfo, cotone, farina, carbone, metalli ferrosi, legno duro, fibre di vetro, petroli di plastica, vegetali e petroli minerari, quarzo, rame, alluminio, batteri e altri microrganismi. Le maschere con questo tipo di protezione sono indicate per l’industria chimica, farmaceutica, laboratori, ospedali.

Con questa da oggi vado in giro la mattina in bici per Milano.

Se d'incanto, come per una magia sparissero le macchine e le moto e i camion, la città sarebbe bellissima, si sentirebbero le persone parlare, i bambini giocare, i ciclisti pedalare, gli uccellini cinguettare. L'aria sarebbe piena dei profumi della primavera e si potrebbe andare a zonzo senza guardarsi troppo attorno, guardando il cielo, le margherite e la vita che scorre.

Ma l'idillio esiste solo quando non si vuole guardare la realtà, quando si idealizza un volto della realtà. La realtà è continuo mutamento ed movimento tra gli opposti. Quando decade il giudizio decade anche il sogno, l'illusione e la realtà assume i suoi colori leggiadri anche in mezzo al traffico.

Per ora sono solo parole, quando sorriderò dietro ad una corriera che mi riempie di nero gas di scarico allora sarà realtà :)

lunedì 9 maggio 2011

liberarsi

Niente più acqua nel secchio. 

Niente più Luca nel Luca...
un giorno forse...
per ora il mio secchio ha solo un foro, 
che mi pare allargarsi di settimana in settimana

life is a zen master... ;)

venerdì 6 maggio 2011

Una rosa...

"Vedi una rosa e subito puoi osservare il giudizio che si forma: “È bella”. 
Il giudizio si frappone fra te e la rosa, e tu sei perso nei ricordi passati di rose che hai visto prima. 
Ma questa è una rosa che non hai mai incontrato prima."


giovedì 5 maggio 2011

warm place


una sensazione bellissima,
al termine di un giorno piovoso, di un freddo cammino,
un piccolo luogo caldo e appannato,
dove riscaldarsi l'anima.

mercoledì 4 maggio 2011

i primi giorni del mese

non so perché ma mi accade sempre qualcosa nei primi giorni del mese..
oggi ho fatto una meditazione così profonda che mi ci è voluta oltre un'ora per uscirne...
ho camminato con una lentezza estrema, tutto era lentissimo dentro di me..

durante la meditazione ho provato una sensazione che non avevo mai provato, di essere il niente, di essere uno strumento musicale suonato dalla musica, di essere una canna piegata dal vento... di essere una parte del tutto, non unita né separata
ho sentito il flusso dell'esistenza, come un miele che permea ogni cosa, ho sentito l'aria e che il mondo non è solo materia ma flussi di energia, che hanno spostato le mie braccia, i miei pensieri...

non so dove sono stato stasera, sicuramente in un luogo dove non ero mai stato prima..

nel contatto ritrovato

alle 3 sveglia nel cuore. 2 ore di preghiera. chiarezza e lucidità. e sono qui. nuova nel contatto ritrovato.

Leggo questa frase e mi colpisce.
So cosa significa.
Quando anche io sto male, come in questi ultimi giorni, allora medito, sgancio, sprofondo nel respiro, le membra si rilassano, scivolo dentro di me, sale automaticamente il sorriso. Dipende da quanto sono turbato o fuori "asse" il tempo necessario per ritrovare il contatto, rinnovarmi. Ad un certo punto accade **contatto** tutto si scioglie, si allontana, i problemi diventano fatti, oggetti, quello che prima assillava la mente si dipana, torna il contatto, la fusione con quella cosa che ti fa sentire con chiarezza cosa veramente è.

Una volta che il contatto è stato stabilito, la ricerca non è altro che permeare del contatto tutta la nostra esistenza. L'essere consapevoli e attenti in modo permanente altro non è che sapere mantenere il contatto in ogni momento.

Ogni tanto la vecchia mente ci porta lontano, a rincorrere sogni, persone, emozioni, desideri, a confrontarci con situazioni ed accettare cose come in passato. Si finisce nei soliti casini. E' facile meditare quando sei seduto in silenzio, ma prova a restare connesso quando una persona che ti piace ti sta baciando!
O quando il ricordo del suo profumo ti assilla i sensi.

Allora ci vuole qualche ora, qualche preghiera o meditazione, un po' di coraggio, il sapere dove è quel luogo dentro di sé in cui è sempre tutto calmo e pacifico... 

ed è dolce immergersi nel contatto ritrovato.