giovedì 26 maggio 2011

Hey tu

hey you.
yes, you. stop being unhappy with yourself. you are perfect. stop wishing you’d look like someone else or wishing people would like you as much as they like someone else. stop trying to get attention from those who hurt you. stop hating your body, your face, your personality, your quirks. love them. without those things you wouldn’t be, you. and why would you want to be anyone else? be confident with who you are. smile. it’ll draw people in. if anyone hates on you because you are happy with yourself then you stick the middle finger in the air & say screw it. my happiness will not depend on others anymore. i’m happy because i love WHO I AM.
i love my flaws.
i love my imperfections. they make me, me. and ‘me’ is pretty amazing.



Hey, tu. Si proprio tu.
Da oggi puoi iniziare ad essere felice con te stesso. Sei perfetto. 
Inizia ad amare come sei e non desiderare essere un altro per piacere alle persone a cui piacciono altri. 
Lascia perdere di cercare di piacere a quelli che godono nel ferire. 
Ama pure il tuo corpo, il tuo viso, la tua personalità, le tue stranezze. Amale. Senza di loro tu non saresti tu. E perché vorresti essere qualcun'altro? Prendi con fiducia in quello che sei. Sorridi. Persone arriveranno. 
E se qualcuno ti odia perché sei felice con te stesso, cosa ti importa? peccato per lui, che non riesce ad essere felice con se stesso. 
La tua felicità non dipende più dagli altri. 
Sono felice perché amo quello che sono, amo le mie debolezze, le mie imperfezioni, i miei difetti. Li amo teneramente, alcuni con compassione, perché sono me stesso e sono tutto l'universo.

(libera traduzione ovviamente ;)))

e comunque...

oggi è proprio un giorno tristissimo.

"quando sei triste, diventa la tua tristezza"

mercoledì 25 maggio 2011

il sorriso

quando il sorriso diventa tirato, quasi falso,
allora è bene prendersi un po' di pausa e tornare dentro se stessi...

martedì 24 maggio 2011

Smilla

Nel profondo so
che voler scrutare nelle cose
porta alla cecità,
che il desiderio di capire
incorpora una brutalità
che cancella ciò verso cui tende la comprensione.

Solo l'esperienza è sensibile.

Ma forse sono debole e brutale.
Non ho mai potuto fare a meno di provare.



Peter Hoeg, Il senso di Smilla per la neve.




Kobayashi Issa


Riflesse 
le montagne
Non si può spiegare un haiku.
Al massimo si possono descrivere le riflessioni che induce.
Dove sta la montagna? La sua immagine è nell'occhio della libellula così come nella nostra mente.
Cosa è l'immagine della montagna e del mondo che è nella nostra mente?
E' come il riflesso nell'occhio di una libellula.
Esiste realmente? Si.
E' la vera montagna? Cosa è la vera montagna?
Cosa è il nostro pensiero?
Cosa è il mondo e cosa il nostro pensiero?
Riflessi.

lunedì 23 maggio 2011

Shuttle

Quando progettarono lo Shuttle, negli anni 70, pensarono ad un veicolo riutilizzabile mentre invece il mondo stava andando nella direzione usa e getta.
Oggi stanno progettando dei veicoli usa e getta mentre il mondo sta andando verso il riciclo e riutilizzo.

Delle volte basta fermarsi a riflettere un attimo per capire cosa fare.

Ad esempio: la nostra civiltà sta prendendo le cose da sottoterra e mettendole sopra la terra (petrolio che diventa fumi o plastiche; metalli che compongono i pezzi della nostra quotidanità, gas naturale che diventa calore, ecc.).. quindi tante cose che prima erano sopra la terra spariranno sottoterra, che sia aria, acqua o altro ancora.
Non ci vuole un genio per capire che stiamo facendo un gran casino e che l'ecosistema prima o poi rimetterà le cose a posto.
Un terremoto non assomiglia forse ad un cane che si scrolla l'acqua di dosso? Un'epidemia non assomiglia forse ad un insetticida che diamo sulle nostre piante quando i parassiti rischiano di ucciderle? E una carestia non è forse un luogo che non innaffiamo per lasciare morire le erbacce infestanti?

La nostra intelligenza non è aliena, è qualcosa del mondo. Quindi esiste anche in altri luoghi ed entità ed in dimensioni (infinitamente piccole o grandi) e agisce nel nostro stesso modo.

Basta osservare l'esistenza per capire che la vita è un maestro Zen.

sabato 21 maggio 2011

avrei voluto...

.. proseguire in questa ricerca personale...
ma ogni tanto sul proprio cammino si incontrano persone che percepisci come eccezionali e poi incredibilmente si rivelano ogni giorno più eccezionali...

e mi sono innamorato
e sono felice

e sono curioso di come sarà vivere questa storia d'amore zen..

lunedì 16 maggio 2011

Sei venuto a mani vuote e partirai a mani vuote un giorno

una delle cose che più ha caratterizzato la mia vita è stata la tensione, l'ansia...
spesso mi sono chiesto "ma dove stai correndo?"...
più divento consapevole e la cosa che più mi piace è questa sensazione di benessere che mi pervade appena lascio andare l'ansia....

e questa frase "sei venuto a mani vuote e te ne andrai a mani vuote" è bellissima...
perché toglie ogni ansia, non c'è nulla da fare realmente in questa vita, nulla di materiale almeno, la materia finirà, non potrò portare con me quello che ho fatto o costruito...
e allora cosa porterò con me.. quello che sono stato e che sono diventato...
ma forse neppure quello...
ed è così bello ricordarmi che sono io il mio metro di giudizio...

giovedì 12 maggio 2011

no way


the left and right border are one above the other anyhow
the straight way is illusory too
(from the curved universe theory ;)

martedì 10 maggio 2011

parlare col corpo

la meditazione porta silenzio...
le parole perdono di significato...
il ragionare diventa lento ed il parlare complesso...

e sto iniziando a parlare con il corpo, con livelli diversi...
è un po' come da bambini, solo che nessuno ti insegna..
e quindi è un osservare e provare...
alcune persone sentono benissimo
con altre non sono ancora riuscito a comunicare...
ma io stesso sono ancora sordo..


Se apriamo le mani, possiamo ricevere ogni cosa. 
Se non siamo, siamo l'universo...

FFP2


Fornisce protezione contro aerosol solidi, liquidi e fumi contenenti materiali quali: calcio carbonato, ceramica, cemento, cellulosa, zolfo, cotone, farina, carbone, metalli ferrosi, legno duro, fibre di vetro, petroli di plastica, vegetali e petroli minerari, quarzo, rame, alluminio, batteri e altri microrganismi. Le maschere con questo tipo di protezione sono indicate per l’industria chimica, farmaceutica, laboratori, ospedali.

Con questa da oggi vado in giro la mattina in bici per Milano.

Se d'incanto, come per una magia sparissero le macchine e le moto e i camion, la città sarebbe bellissima, si sentirebbero le persone parlare, i bambini giocare, i ciclisti pedalare, gli uccellini cinguettare. L'aria sarebbe piena dei profumi della primavera e si potrebbe andare a zonzo senza guardarsi troppo attorno, guardando il cielo, le margherite e la vita che scorre.

Ma l'idillio esiste solo quando non si vuole guardare la realtà, quando si idealizza un volto della realtà. La realtà è continuo mutamento ed movimento tra gli opposti. Quando decade il giudizio decade anche il sogno, l'illusione e la realtà assume i suoi colori leggiadri anche in mezzo al traffico.

Per ora sono solo parole, quando sorriderò dietro ad una corriera che mi riempie di nero gas di scarico allora sarà realtà :)

lunedì 9 maggio 2011

liberarsi

Niente più acqua nel secchio. 

Niente più Luca nel Luca...
un giorno forse...
per ora il mio secchio ha solo un foro, 
che mi pare allargarsi di settimana in settimana

life is a zen master... ;)

venerdì 6 maggio 2011

Una rosa...

"Vedi una rosa e subito puoi osservare il giudizio che si forma: “È bella”. 
Il giudizio si frappone fra te e la rosa, e tu sei perso nei ricordi passati di rose che hai visto prima. 
Ma questa è una rosa che non hai mai incontrato prima."


giovedì 5 maggio 2011

warm place


una sensazione bellissima,
al termine di un giorno piovoso, di un freddo cammino,
un piccolo luogo caldo e appannato,
dove riscaldarsi l'anima.

mercoledì 4 maggio 2011

i primi giorni del mese

non so perché ma mi accade sempre qualcosa nei primi giorni del mese..
oggi ho fatto una meditazione così profonda che mi ci è voluta oltre un'ora per uscirne...
ho camminato con una lentezza estrema, tutto era lentissimo dentro di me..

durante la meditazione ho provato una sensazione che non avevo mai provato, di essere il niente, di essere uno strumento musicale suonato dalla musica, di essere una canna piegata dal vento... di essere una parte del tutto, non unita né separata
ho sentito il flusso dell'esistenza, come un miele che permea ogni cosa, ho sentito l'aria e che il mondo non è solo materia ma flussi di energia, che hanno spostato le mie braccia, i miei pensieri...

non so dove sono stato stasera, sicuramente in un luogo dove non ero mai stato prima..

nel contatto ritrovato

alle 3 sveglia nel cuore. 2 ore di preghiera. chiarezza e lucidità. e sono qui. nuova nel contatto ritrovato.

Leggo questa frase e mi colpisce.
So cosa significa.
Quando anche io sto male, come in questi ultimi giorni, allora medito, sgancio, sprofondo nel respiro, le membra si rilassano, scivolo dentro di me, sale automaticamente il sorriso. Dipende da quanto sono turbato o fuori "asse" il tempo necessario per ritrovare il contatto, rinnovarmi. Ad un certo punto accade **contatto** tutto si scioglie, si allontana, i problemi diventano fatti, oggetti, quello che prima assillava la mente si dipana, torna il contatto, la fusione con quella cosa che ti fa sentire con chiarezza cosa veramente è.

Una volta che il contatto è stato stabilito, la ricerca non è altro che permeare del contatto tutta la nostra esistenza. L'essere consapevoli e attenti in modo permanente altro non è che sapere mantenere il contatto in ogni momento.

Ogni tanto la vecchia mente ci porta lontano, a rincorrere sogni, persone, emozioni, desideri, a confrontarci con situazioni ed accettare cose come in passato. Si finisce nei soliti casini. E' facile meditare quando sei seduto in silenzio, ma prova a restare connesso quando una persona che ti piace ti sta baciando!
O quando il ricordo del suo profumo ti assilla i sensi.

Allora ci vuole qualche ora, qualche preghiera o meditazione, un po' di coraggio, il sapere dove è quel luogo dentro di sé in cui è sempre tutto calmo e pacifico... 

ed è dolce immergersi nel contatto ritrovato.

martedì 3 maggio 2011

Terminator

In questa analisi della mia vita che cerco di condurre oggettivamente, ovvero senza giudizio o passione, senza dire se è giusto o sbagliato, cercando di creare dentro di me nell'osservazione il minimo turbamento possibile, per vedere con maggiore trasparenza le cose in sè, ho (ri)scoperto Terminator.

Terminator è un lato del mio carattere, quasi un'altra mia personalità, che interviene quando le cose si mettono male per Tenerone, che è il lato dominante di me. Tenerone tende a prendere tutto così come viene e a lasciare che le persone facciano. Ma poi ci resta male o soffre perché ... è tenerone.
Allora pare che esista dentro di me una specie di scudo che è Terminator.
Quando vede che la situazione sta degenerando e tenerone non è più in grado di gestire la situazione arriva lui. E' stupido e brutale e semplicemente tira giù la saracinesca affettiva.
Negli anni molte persone si sono stupite di come da un momento all'altro io cambi carattere, umore e modo di relazionarmi. Alcune persone non le vedo più, altre le tratto come semplici conoscenti anche se fino a pochi giorni prima erano nel cerchio degli amici profondi.
Alcuni mi chiedono cosa mi sia successo, in realtà non è successo nulla, li tengo solo lontani da una parte di me che non riesce più a gestire un rapporto.

E' difficile non giudicarsi. Ma non lo farò ;)
Per andare a fondo nelle cose bisogna vederci chiaro.
E per vederci chiaro non si può essere offuscati dai giudizi, dai desideri di essere migliori o dalle emozioni che la visione cruda di sè porta.

E' dura! :D

lunedì 2 maggio 2011

il pericolo è il tuo mestiere ;)

VIVERE SENZA SICUREZZE

È la fermezza interiore che ci rende più forti, la sicurezza esterna invece può solo privarci della nostra forza interiore.

La protezione del sannyasin, il suo unico riparo è questo: la sua fermezza in ogni circostanza. Le difficoltà nella vita sono inevitabili – sono sempre in aumento e l’uomo mondano cerca di proteggersi in tutti i modi. Si compra una cassaforte, si fa un conto in banca, una casa, degli amici, parenti e conoscenze – molti tipi di sicurezze.

Il sannyasin non cerca di avere niente di tutto ciò: non possiede niente. A parte la fermezza interiore, non ha altra protezione.

Quando sopraggiungono delle difficoltà l’uomo mondano cerca di risolverle con degli accorgimenti esteriori; il sannyasin ha solo la volontà interiore, il potere interiore. Di fronte alle difficoltà attinge alle proprie risorse interiori, non c’è altro modo.

Il sannyasin è colui che è solo.

È interessante notare che quando usi la tua determinazione per affrontare le difficoltà esterne, col tempo diventi più forte. Arriva un giorno in cui le difficoltà non sono più delle difficoltà: diventano delle “facilità”.

È tutto relativo. Quando diventi fermo e determinato come un pilastro, le difficoltà esteriori non ti possono più toccare. Di conseguenza succede un’altra cosa interessante. L’uomo mondano continua a creare espedienti per proteggersi contro le difficoltà, ma le difficoltà continuano a crescere perché la sua forza interiore va indebolendosi. La sua capacità di sopportazione diventa sempre più piccola.

Se non ti siedi mai sotto il sole cocente, ma rimani sempre all’ombra, piano piano la tua capacità di sopportare il calore del sole si ridurrà e anche i raggi più deboli diventeranno un problema. Ma un uomo che scava sotto il sole non ha il tempo di sedersi all’ombra e per quanto possa fare questo lavoro per ore, alla fine il caldo del sole non lo farà star male.

Perché? – perché diventa resistente al sole.

Ecco perché, da quando l’umanità dispone di un numero sempre maggiore di medicine, nascono sempre più malattie. Le resistenze dell’uomo stanno crollando. Più comodità si crea e più scomodo si sente. Più agi si crea e più difficoltà si trova a fronteggiare – perché le protezioni possono solo essere esteriori e non sente quindi il bisogno di costruire una forza interiore; questa opportunità viene a cadere. Quando la forza interiore non viene usata, col tempo scompare del tutto.

Il mistico Sufi Bayazid era solito viaggiare nudo nel deserto. La gente lo vedeva camminare nudo sotto il sole. E di notte il deserto diventa molto freddo, gelido. Gli chiesero il segreto della sua capacità di rimanere nudo e senza protezione in quelle condizioni così estreme. E lui rispose, “Chiedilo al tuo viso. Il tuo viso ha la stessa pelle delle mani, dei piedi o del petto – ma non si trova mai in grosse difficoltà, sia col freddo che col caldo. E questo semplicemente perché è sempre esposto e quindi ha una resistenza migliore. Così io ho esposto tutto il corpo proprio nello stesso modo del viso. Da allora non soffro più né il caldo né il freddo.”

Quando il sannyasin non crea alcuna protezione esteriore, la sua forza interiore piano piano aumenta.

A questo riguardo bisogna capire anche un’altra cosa, e cioè che esiste una differenza fondamentale tra l’Oriente e l’Occidente.

L’Occidente ha creato molte protezioni nei confronti dell’esterno, così l’Occidente è diventato interiormente molto debole e impotente. L’Occidente ha creato delle protezioni molto apprezzabili – puoi avere l’aria condizionata anche nel deserto. Se scoppia un’epidemia si possono inviare urgentemente medicine sul posto nel giro di ore e fermare la malattia. Se il corpo viene attaccato da un batterio, si possono prendere antibiotici che lo combattono. L’Occidente ha messo in piedi tutto questo, ma la sua forza interiore si va riducendo, diventa ogni giorno più debole.

L’Oriente ha tentato un esperimento diverso: non dipendere dall’aiuto esteriore, ma usare la forza interiore. Questo ha avuto il vantaggio di rendere l’Oriente interiormente potente, ma col difetto che diventa sempre più povero e pigro all’esterno. La povertà esteriore è visibile, ma la ricchezza interiore non lo è. Quando qualcuno arriva dall’Occidente vede la povertà e dice che l’Oriente è infelice – perché quello che c’è dentro non si può vedere.

L’Oriente si è concentrato sul rendere più forte e sveglia la consapevolezza, in modo che in qualunque situazione si possa essere abbastanza forti da affrontare tutte le difficoltà. Invece l’Occidente ha controllato l’esterno in modo che l’individuo non debba mai lottare; ma chi non lotta, lentamente perde la capacità di affrontare le avversità.

Se vuoi conservare la tua forza, dovrai affrontare la lotta. Tutto dipende da quale tipo di potere stai cercando di coltivare. Se vuoi nutrire il tuo potere interiore, allora quello che dice il saggio è giusto: devi avere fermezza in qualunque circostanza. Affrontare tutte le difficoltà nell’insicurezza, senza un piano o preparativi, aumenta la tua forza interiore al punto che le difficoltà diventano impotenti quando la consapevolezza si eleva al di sopra di esse.

Il pericolo è la dimora del sannyasin… Se riesci a capirlo, sarà un’ottima cosa. Lottare, combattere gli altri, è violento, ma esiste un attrito interiore che non è violento. Esiste un tipo di lotta in cui tu cerchi di dominare gli altri, e il dominare non è religioso. Ma esiste un altro tipo di lotta in cui diventi così centrato che niente al mondo ti può far spostare dal tuo centro – questo è essere religiosi.

Il saggio dice: il sannyasin vive nell’insicurezza e nel contrasto interiore ventiquattr’ore al giorno, ma non è un contrasto con gli altri. Vive nell’insicurezza, non fa nessun piano. Entra nel futuro ignoto senza alcun piano.

Quando si sveglia al mattino non sa cosa gli porterà la giornata, la vive e basta. Quando viene la notte non sa che cosa ha in serbo per lui, ma vive anche questo. Egli vive momento per momento. Naturalmente se uno vive momento per momento è inevitabile che ci sia insicurezza.

Tu vivi facendo preparativi per il futuro. Pianifichi in modo da sentirti meno insicuro. Se pianifichi quello che farai domani e come lo dovrai fare, la tua insicurezza domani sarà naturalmente molto minore.

Cosa ti succederebbe se domani dovessi penetrare nell’ignoto? Cosa succederebbe se dovessi entrare nel mare le cui profondità ti sono ignote? Se dovessi andare sul mare le cui tempeste non sono state previste in anticipo, chi sa cosa potrebbe succedere?

Il sannyasin vive così la sia vita – senza alcuna preparazione. Perché? A che scopo tutta questa insicurezza? Il sannyasin sa che questo costante attrito, un momento dopo l’altro, è un processo di affinamento, di perfezionamento. Grazie a questo sforzo avviene un perfezionamento della tua individualità e un affinamento della tua intelligenza. E questo attrito è con te stesso, e nessun altro; è l’attrito con le tue abitudini inconsce. Ecco perché nell’attrito interiore non c’è infelicità, non c’è sofferenza.

Il sannyasin non evita il pericolo, vive con la consapevolezza del pericolo. Il pericolo è il suo rifugio, il suo luogo di riposo. Chiamare “dimora” il pericolo sembra un’affermazione molto contraddittoria. Dire che il pericolo è il rifugio del sannyasin, il suo letto, il suo luogo di riposo, significa che egli non ha alcun senso di rifiuto nei suoi confronti, che non lo evita. Con questo atteggiamento, il pericolo cessa di essere il pericolo, ma diventa semplicemente una parte del naturale fluire della vita.



OSHO: tratto da Behind a Thousand Names - tradotto dai discorsi in hindi sulle Nirvana Upanishad

Raghupati Raghav Raja Ram (Western Version) - PURAB AUR PACHHIM


Ah, gli anni '70!!!

i giorni no

"tutti noi abbiamo dei giorni no" mi dice un'amica.
E' vero.
Nei miei giorni no divento un bambino capriccioso, ho bisogno di attenzioni, affetto, coccole e che mi dicano sempre di sì. Rompo le palle alle persone che mi sono più vicine e le ferisco anche.
Quando poi me ne rendo conto mi detesto dal profondo e vorrei sparire.

Invece dovrei imparare che ho i miei giorni no.
E che accadono.
E quando accadono sarebbe bello in quel momento, riuscire ad osservarli.
E se ho fatto casino chiedere scusa.

Scusa.

Be Chrool to Your Scuel

.. coz you may never get another 

Bill Gates sta investendo milioni di dollari per una scuola più divertente.
Ed ha ragione, la scuola non può continuare a sopravvivere con l'impianto di cento anni fa, rischia di diventare una prigione, un luogo inutile atto solo a tenere rinchiusi milioni di bambini e adolescenti con una minima efficacia educativa.

In un mondo in cui i contenuti sono accessibili ovunque e sempre, la scuola, che era prima uno dei principali motori di contenuti, deve diventare un luogo di trasmissione delle modalità di accesso e di gestione di questi contenuti.
Se tenta di rivaleggiare con un'enciclopedia online non ha speranza, se insegna a dove reperire informazioni attendibili e come distinguere l'attendibile dell'inattendibile in una struttura informativa "piatta" come è Internet (in cui il blog di uno che parla con gli alieni è più facilmente accessibile dell'Enciclopedia Britannica) allora ha qualche speranza di tornare ad essere utile.

Ed in un mondo di divertimento la scuola deve competere con sistemi di intrattenimento non paragonabili alla favola da camino di 100 ani fa, quindi deve mettere in campo un concetto completamente nuovo di insegnamento. Anche i ruoli sociali sono cambiati, la società non è più gerarchica, tende sempre ad essere più piatta e la differenza tra docente e allievo deve essere ridimensionata. Il docente non è quello che sa tutto e insegna, diventa quello che sa dove trovare le cose interessanti, piacevoli e di alta qualità. 
Uno showman che sa guidarti, con meno pretese di diventare un punto di riferimento.

Perché infatti seguire un tipo noioso quando la stessa lezione di fisica te la fa Feynmann??