martedì 26 aprile 2011

La decima icona

La porta di fascine della capanna è ben chiusa e neanche il più saggio tra gli uomini potrebbe scoprirlo. Sepolta in profondità la sua natura illuminata, si permette anche di deviare dai sentieri dei venerabili saggi dell’antichità. Con in mano una fiaschetta di zucca, entra nella piazza del mercato; appoggiandosi a un bastone, ritorna alla capanna. Quando gli va, frequenta osterie e banchi di pescatori, risvegliando gli ubriaconi a se stessi.

Non importa più di raccontare dove si è giunti. Si è perso anche il desiderio della conquista. Perché non è una conquista. E' solo uno spolverare. Il percorso porta a capire che si è parte della natura delle cose. E la gioia di non dover più combattere è tale che ogni desiderio di conquista svanisce.
In realtà non si devia da nessuno sentiero. Quando ci si rilassa non esistono più sentieri. Per quello si può andare per templi ed osterie e trasformarli con la propria presenza. E' come un lume di cui sia stata pulito il vetro attorno. Rischiara le cose.

Ogni tanto si incontra qualcuno che è molto vicino a se stesso. Gli serve solo qualche parola di incoraggiamento. Che alla fine sono sempre queste dette in maniera diversa "abbi fiducia di quello che sei".

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E anche adesso, che sono innamorato, so che un giorno potrà andarsene.
E so che ci starò male.
E' così.

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